Spagna: per i vescovi dell'Estremadura la materia "Educazione alla cittadinanza" è
contro la Dottrina sociale della Chiesa
Ad un anno dalla sua introduzione nella didattica spagnola, la materia “Educazione
per la cittadinanza" continua a sollevare perplessità nella società civile e nel mondo
cattolico per l’eccessiva ingerenza nella sfera dei valori e della formazione coscienza
morale. Sulla annosa questione sono tornati i vescovi della Provincia ecclesiastica
di Merida-Badajoz, in una riflessione pubblicata al termine dei lavori delle riunione
in sessione ordinaria del 21 ottobre, nella città di Badajoz. Nel testo ripreso dalla
Fides - firmato da mons. Santiago García Aracil, Arcivescovo di Merida-Badajoz, mons.
Amadeo Rodríguez Magro, vescovo di Plasencia e da Mons. Francisco Cerro Chávez, vescovo
di Coria-Caceres – i presuli ribadiscono la loro approvazione che "ci sia nella Scuola
una vera ed accurata educazione civica che abbia come basi le norme di convivenza,
l'ordinamento costituzionale e le dichiarazioni universali dei diritti umani". Contemporaneamente
ricordano però che "la formazione della coscienza morale è competenza esclusiva dei
genitori e, pertanto, il carattere obbligatorio della materia sta ledendo i diritti
di questi". Davanti a questa situazione, i vescovi della Provincia ricordano ai genitori
cattolici che essi "hanno il dovere di porsi responsabilmente davanti a questa materia
scolastica e, se lo considerano necessario, di difendere la libertà di coscienza e
di insegnamento". Per questo scopo, spiegano, "esistono mezzi legittimi, tra cui l'obiezione
di coscienza". Con queste raccomandazioni, i vescovi non vogliono incoraggiare “l'inadempimento
di una legge", ma non possono in coscienza, secondo quanto manifestano nel testo,
mancare al loro dovere di notare che tale materia “è contraria alla Dottrina sociale
della Chiesa e, a nostro giudizio, è anche contraria al diritto dei genitori di educare
i figli secondo le loro convinzioni morali”. I vescovi concludono la Nota unendosi
a tutti quelli che considerano che "la materia di Educazione per la Cittadinanza,
finché mantiene gli attuali contenuti, dovrebbe essere di carattere opzionale e non
obbligatoria come appare nell'attuale legge dell’educazione". (M.G.)