L'ala dura dell'opposizione somala ha respinto l'accordo firmato ieri a Gibuti - sotto
l'egida dell'ONU - tra Governo federale di transizione e la parte (che però appare
minoritaria) moderata dell'opposizione stessa: ambedue le tendenze fanno capo all'Alleanza
per la Ri-Liberazione della Somalia (ARS), che ha sede all'Asmara. Lo ha dichiarato
stamane sceikh Hassan Dahir Aweis, che fu il capo spirituale delle Corti coraniche
quando queste controllavano buona parte della Somalia, nella seconda metà del 2006.
Furono poi travolte dall'intervento delle truppe etiopiche, tuttora in Somalia. Sul
significato dell’accordo per la Somalia, Giada Aquilino ha intervistato Massimo Alberizzi,
africanista del Corriere della Sera:
R.
- L’accordo è stato firmato tra il governo di transizione e le Corti islamiche Gruppo
di Gibuti. Loro pensano che bisogna anche stabilire i tempi per un ritiro delle forze
etiopiche, vogliono le forze dell’ONU. Invece, il gruppo più intransigente, chiamato
Corti islamiche Gruppo di Asmara, è deciso a non trattare con il governo finché le
truppe etiopiche non si saranno ritirate. È molto difficile che tenga questo accordo
in tutte le parti della Somalia, perché accanto a questa divisone, diciamo ideologica,
c’è la consueta divisione somala in clan.
D. - In questo quadro, quale
sarà la linea dell’Etiopia?
R. - Gli etiopici hanno detto che se ne vogliono
andare, anche perché hanno grosse difficoltà dal punto di vista militare: aspettano
che arrivino le truppe dell’ONU. Sono arrivati degli altri burundesi, è stato incrementato
il contingente ugandese, dovrebbero arrivare anche dei nigeriani, però gli etiopici
non se ne andranno, secondo me, finché non ci sarà un minimo di stabilizzazione. Soprattutto
se non sarà stata garantita la sicurezza delle loro frontiere a sud: la parte Ogaden
che è quel territorio popolato da gente somala che invece fa parte dell’Etiopia. Lì,
l’Etiopia ha molta paura che la ribellione diventi molto forte in intere aree, invocando
una secessione o annessione alla Somalia.
D. - Ma, sul terreno, qual è
la situazione della popolazione civile?
R. - La popolazione civile, come
la solito in questi casi, è presa tra due fuochi: ci sono quelli che muoiono, quelli
che soffrono di più e quella che ormai non parteggia per l’una o per l’altra parte,
parteggia solo per la fine della guerra.