I vescovi dell'Honduras: il Vertice Ibero-americano non vari misure contro la vita
L’arcivescovo di Tegucigalpa, il card. Oscar Rodriguez Maradiaga, ed i vescovi ausiliari
dell’arcidiocesi, hanno manifestato la loro preoccupazione per il contenuto ed i valori
che si promuoveranno nel 18º Vertice Ibero-americano di Capi di Stato e di Governo
che si celebrerà dal 29 al 31 ottobre in El Salvador sul tema "Gioventù e Sviluppo".
I vescovi - riferisce l'agenzia Fides - hanno emesso un comunicato intitolato "La
dignità dell'essere umano è inviolabile" nel quale ricordano, in primo luogo, l'articolo
1 della Costituzione honduregna che, "in maniera chiara e incontestabile", afferma:
"l’Honduras è uno Stato di diritto, sovrano, costituito come repubblica libera, democratica
ed indipendente per assicurare ai suoi abitanti il godimento della giustizia, della
libertà, della cultura e del benessere economico e sociale". Perciò si rivolgono nel
comunicato al Presidente della nazione, Manuel Zelaya, per spiegare le ragioni per
le quali il Capo dello Stato “deve analizzare con maggiore profondità" il testo, prima
di firmare la Dichiarazione di San Salvador. "Le vere intenzioni non sono chiare ed
il testo della dichiarazione ha molte ambiguità, che darebbero come risultato l'applicazione
di politiche pubbliche nocive, imposte da altre realtà, che attentano all'educazione
e allo sviluppo integrale dei nostri giovani" affermano i presuli. Inoltre il documento
base "tende ad imporre politiche antinataliste", che manifestano "una forma di oppressione
ideologica da parte dei Paesi ricchi di fronte a quelli in via di sviluppo". In questo
senso ricordano che non è vero che i programmi di astinenza non stiano funzionando,
come assicura il documento. "Nel nostro Paese, e in Paesi come l’Uganda, dove è stata
promossa la fedeltà tra le coppie e l'astinenza sessuale tra i giovani, i risultati
sono enormemente positivi". "Nel nostro Paese - aggiunge il testo -, da sempre abbiamo
riconosciuto che la maternità è una delle più belle vocazioni e uno dei più bei doni
di Dio all'umanità", pertanto non deve essere considerata "come la causa principale
della povertà" e ancor meno "un'attività denigratoria ed un carico che non permette
l'autorealizazione della donna". "Vivere la sua maternità gratifica ogni donna" affermano.
Secondo il comunicato “non si deve togliere ai genitori la patria potestà, lasciando
che i giovani decidano sulla loro vita sessuale e sulla loro maternità". Come “non
si può considerare la vita sessuale completamente separata dall'atto riproduttivo,
fomentando l'uso di ogni tipo di metodo per evitare la gravidanza, promuovendo una
specie di libertinaggio sessuale". Dietro le idee che si diffondono da alcuni anni
a questa parte, come la famosa espressione “salute sessuale riproduttiva” e l'ideologia
di genere, "si nasconde un profondo desiderio di legalizzare l'aborto, le pillole
contraccettive, la proliferazione dell'omosessualità, le sterilizzazioni, ed altri
metodi artificiali e criminali del controllo della natalità". (R.P.)