2008-10-27 07:54:23

Attacchi Usa in Siria e Pakistan: almeno 20 morti


Lo sconfinamento in Siria di elicotteri americani impegnati in operazioni di guerra in Iraq non è stata confermata dal Pentagono. Dure le proteste di Damasco, che parla di crimine di guerra e denuncia la morte di 13 persone. A Maria Grazia Enardu, docente di relazioni internazionali ed esperta di Medio oriente, Stefano Leszczynski ha chiesto se questa operazione preluda ad un allargamento del conflitto iracheno:RealAudioMP3

R. - È perfettamente possibile che si sia trattato di un’azione militare tattica: anche se è la prima volta che gli americani attaccano all’interno della Siria, può darsi ci siano state circostanze particolari. Quindi, lo metterei francamente nel contesto, anche se è vero che la Siria ha fatto negli ultimi anni tutta una serie di passi per rientrare nel giro occidentale e il primo obiettivo diplomatico, politico, che la Siria vuole è riavere l’ambasciatore americano che ormai è assente da parecchio tempo.
 
D. - Non necessariamente segna un cambiamento delle regole del gioco con Damasco da parte di Washington...
 
R. - No, direi di no, anche per una ragione molto semplice: le prossime regole del gioco saranno chiare dopo il 4 novembre. È vero che anche un Obama presidente non cambierebbe radicalmente la politica americana in Medio Oriente, però l’impatto che una presidenza Obama avrebbe in tutta l’area sarebbe un impatto di rilevanza ben diversa da quella di una presidenza McCain.

D. - Non sono rari gli episodi di sconfinamenti a caccia di cellule di Al Qaeda, ad esempio verso il Pakistan per ciò che riguarda il conflitto in Afghanistan...
 R. - Il problema delle azioni militari dell’Alleanza in Afghanistan è che si uccidono civili in Afghanistan e che si fanno incursioni in Pakistan. Questa è chiaramente una politica perdente e su questo punto, nelle ultime settimane, da parte americana e anche da parte inglese si sono avute forti critiche e - addirittura proprio in questi giorni - si parla di contatti da ripristinare in qualche modo con i talebani, separando gli elementi “moderati” dagli elementi più radicali e, in qualche modo, e di negoziare con i primi.







All the contents on this site are copyrighted ©.