Nuovo intervento dei vescovi USA in tema di aborto
I cattolici sono chiamati a contrastare l’aborto, ma anche ad aiutare le madri che
si trovano ad affrontare gravidanze difficili: una cosa non esclude l’altra. È quanto
puntualizzano il cardinale Justin Rigali e mons. William Francis Murphy, rispettivamente,
presidenti della Commissione per le attività pro-vita e della Commissione per la giustizia
e lo sviluppo umano della Conferenza episcopale statunitense (USCCB), che in una nota
rispondono così a due argomentazioni opposte emerse nell’attuale campagna elettorale.
Una sostiene che la Chiesa dovrebbe accettare come un’acquisizione definitiva della
Costituzione americana la sentenza la Corte Suprema “Roe contro Wade”, che nel 1973
ha legalizzato l’aborto negli Stati Uniti, e pensare piuttosto ad aiutare le future
madri in difficoltà. L’altro argomento afferma, al contrario, che essa dovrebbe occuparsi
solo dei diritti dei bambini non nati. “Nessuna di queste due posizioni è in linea
che la dottrina cattolica”, precisa invece la dichiarazione: “La nostra fede ci chiede
di opporci all’aborto, ma anche di aiutare le madri con gravidanze difficili”. In
questo senso, prosegue la dichiarazione, “dare un aiuto alle donne perché tengano
il loro bambino è una risposta necessaria, ma non sufficiente per risolvere il problema
dell’aborto e, analogamente, la revoca della Roe vs Wade è una condizione necessaria,
ma non sufficiente per ripristinare un ordine di giustizia nel trattamento che la
nostra società riserva a una vita indifesa. Ambedue questi approcci sono essenziali.
Se facciamo il possibile per proteggere la vita di un bambino, se aiutiamo di più
le madri in attesa e se cambiamo pregiudizi che fanno credere a molte donne che l’aborto
sia una soluzione accettabile e necessaria, noi aiuteremo a costruire veramente una
cultura della vita”, conclude la dichiarazione, che mette in guardia i fedeli dalle
false interpretazioni della dottrina cattolica, invitandoli a leggere il documento
sulla “Cittadinanza fedele”, pubblicata dalla USCCB un anno fa in vista delle presidenziali.
La difesa della vita è al centro di numerosi interventi diffusi in questi mesi dai
vescovi americani, unanimi nel sottolineare che il diritto inalienabile alla vita
non ha lo stesso peso di altre questioni di interesse pubblico. In diversi interventi
non mancano peraltro richiami anche ad altri temi particolarmente caldi in questo
periodo di crisi, come la giustizia sociale e l’immigrazione. (L.Z.)