Il Pellegrinaggio della diocesi di Roma presso la tomba di San Paolo. Il cardinale
Vallini invita i fedeli della capitale a partecipare
Si svolgerà domani pomeriggio il Pellegrinaggio della diocesi di Roma presso la tomba
dell’Apostolo Paolo, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Alle 17.00 il cardinale
vicario Agostino Vallini celebrerà la Santa Messa. Il porporato ha scritto una
lettera per invitare i fedeli romani a partecipare: avrà così la gioia di incontrare
per la prima volta dopo la sua nomina, nel giugno scorso, tutte le componenti della
diocesi: religiosi, parrocchie, movimenti e associazioni. Nella lettera il cardinale
vicario illustra il significato dell’Anno Paolino e cosa ha da dirci ancora oggi l’Apostolo
delle Genti. Ascoltiamo il cardinale Vallini al microfono di Luca Collodi:
R. - Ha da
dirci chi era Gesù per lui, che cosa questo ha significato nella sua vita; ha da dirci
il senso della missione - e Roma credo che abbia bisogno, come almeno tutti i Paesi
occidentali - di essere nuovamente evangelizzata; ha da dirci il grande amore del
Signore, la radice da cui nasce la missione, la gioia cristiana. Lo faremo coinvolgendo
tutta la realtà ecclesiale di Roma, e speriamo di essere in tanti, io credo di sì
dai segnali che ricevo, le associazioni, i movimenti. E da questo pellegrinaggio mi
auguro che si possa attingere un nuovo impulso alla vita cristiana ed insieme una
nuova passione di annunciare il Vangelo.
D. – La
diocesi di Roma è diocesi missionaria, però è anche una diocesi in pellegrinaggio
verso San Paolo. Per la realtà che vive nella città di Roma, come coniugare missionarietà
e pellegrinaggio?
R. – La coniughiamo nel desiderio
di vivere una vita cristiana capace di essere provocante, di suscitare domande. Uno
dei punti sui quali la pastorale di Roma pone attenzione, a partire dalla missione,
in preparazione al Giubileo che volle Giovanni Paolo II, è quello di poter suscitare
nuovamente, in un mondo dove la secolarizzazione invade tante coscienze, la domanda
sui grandi temi della vita. Devo anche aggiungere un’altra cosa: il vescovo di Roma
è il Santo Padre che è anche il pastore della Chiesa universale; come tale, il Papa
ha anche la sollecitudine di tutte le Chiese, particolarmente di quelle chiese con
scarsità di annunciatori del Vangelo. La Chiesa di Roma ha inviato tanti sacerdoti,
ma non solo, anche laici, famiglie, ad evangelizzare in tanti Paesi del mondo dove
la Chiesa ha bisogno di essere presente per poter portare la gioia della presenza
di Dio.