Per la prima volta un seminario internazionale sulla filatelia nella Città del Vaticano
“Quale futuro per la Filatelia?” E' il tema del seminario internazionale che si è
svolto stamani presso la sala conferenze dei Musei Vaticani, promosso dall’Ufficio
filatelico e numismatico. Il seminario sulla filatelia è il primo del genere che si
svolge nella Città del Vaticano. Vi hanno partecipato, tra gli altri, le amministrazioni
postali di Italia e Repubblica di San Marino, del Sovrano Ordine Militare di Malta
e del Principato di Monaco, ma anche di Francia e Svizzera. Luca Collodi ha
chiesto a Pier Paolo Francini, direttore dell’Ufficio filatelico e numismatico
della Città del Vaticano, come spiegare il declino della filatelia:
R. – E’ un
problema che assilla il collezionismo filatelico ormai da tempo. Si può definire la
filatelia una disciplina. Molti la considerano un hobby, un passatempo ma secondo
me è qualcosa di più. Certamente, è in declino. Non c’è dubbio. E’ in declino perché
i mezzi di comunicazione odierni hanno in parte superato, e in certi casi eliminato,
l’utilità del francobollo. La filatelia nasce con il francobollo: scomparirà se i
francobolli non vengono più utilizzati o vengono utilizzati sempre meno nella corrispondenza.
La gente scrive di meno, telefona di più, manda email. Prima si mandavano i fax e
adesso anche il fax è in obsolescenza. Tutta questa evoluzione nel mondo della comunicazione,
indubbiamente, ha prodotto - più che una disaffezione del collezionista - una non
conoscenza del francobollo come strumento di scambio del pensiero, delle idee. Questo,
ovviamente, fa sì che poi i collezionisti, nel tempo, diminuiscano. Lo scopo fondamentale,
diciamo principale -se non essenziale del seminario - è proprio questo. Perché è stato
organizzato in Vaticano? Perché la Città del Vaticano ha una tradizione filatelica
consolidata, ormai quasi da 80 anni.
D. – Quali prospettive,
secondo lei, si possono prevedere per rilanciare l’uso del francobollo?
R.
– Questo è proprio ciò di cui si è discusso nel seminario. Certamente, il francobollo
rimane uno strumento non solo utile ma molto importante per diffondere il pensiero,
immagini e idee del Paese che li emette. Quindi bisogna puntare, assolutamente, a
ricostituire una sorta di collezionismo “ex novo”.