2008-10-24 16:05:45

Il Pontificio Collegio Lituano festeggia il 50.mo anniversario del riconoscimento giuridico


Con un ricco programma di eventi religiosi e culturali si commemora, a partire da oggi, il 50.mo anniversario del riconoscimento giuridico, da parte della Santa Sede, del Pontificio Collegio Lituano di San Casimiro. Le celebrazioni si sono aperte questa mattina con una Santa Messa nella Cappella lituana delle Grotte Vaticane. Tra le varie iniziative, sono poi previste una conferenza, la proiezione di un documentario sulla storia del Collegio ed un concerto di musica folcloristica lituana. Domani, il cardinale Audrys Juozas Bačkis, arcivescovo di Vilnius, presiederà la celebrazione eucaristica di ringraziamento nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Successivamente, sarà benedetta e collocata nel Collegio una statua raffigurante San Casimiro, patrono della Lituania. Domenica, la comunità lituana di Roma parteciperà in piazza San Pietro all’Angelus di Benedetto XVI. La fondazione del Collegio Lituano è legata alla drammatica esperienza della seconda guerra mondiale. Nel 1944, all’invasione delle truppe sovietiche sono seguite violenze ed arresti anche per vescovi e sacerdoti. Nel 1945 sono arrivati a Roma 20 seminaristi lituani per studiare e prepararsi al sacerdozio. Sono stati ospitati nel Collegio Sudamericano e hanno studiato presso la Pontificia Università Gregoriana. Mancavano ancora i fondi per la costruzione di un Collegio Lituano. La situazione si è sbloccata nel 1946, quando è arrivato dall’America un parroco lituano, mons. A. Briska, che ha comprato a Roma una struttura, la casa attuale, in Via Casalmonferrato 20. Dopo il 1948, anno del riconoscimento del Collegio da parte della Santa Sede, la Casa è stata sempre più frequentata da studenti e da lituani esiliati provenienti da tutto il mondo. Un’altra tappa fondamentale è legata al 1991, anno dell’indipendenza della Lituania. Nel Collegio Lituano si sono formati 150 sacerdoti, 4 vescovi ed il cardinale Audrys Juozas Bačkis. Tutti gli studenti che hanno completato l’iter formativo sono tornati nel loro Paese, dove hanno avuto la possibilità di lavorare nelle curie, nei tribunali della Chiesa locale diventando anche responsabili di seminari e professori nelle Università. (A.L.)







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