Il cardinale Rodriguez Maradiaga presenta il suo libro: "Il coraggio di prendere il
largo"
“Globalizzare la solidarietà” restituendo centralità alla persona e alla dimensione
etica della vita sociale e politica. In tempi in cui la globalizzazione alimenta il
divario fra ricchi e poveri e trascura i bisogni di coloro che sono schiacciati dalla
miseria e dall’emarginazione, è questo l’antidoto contro la disumanizzazione della
società secondo il cardinale Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa
e presidente della Conferenza episcopale dell’Honduras, autore del volume “Il coraggio
di prendere il largo”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana e presentato ieri a
Roma. Un’opera che raccoglie alcune delle relazioni del porporato su tematiche sociali,
etico-culturali, spirituali e pastorali, e che alla denuncia delle ingiustizie sociali
unisce l’invito al dialogo, per annunciare il Vangelo con spirito di carità ma senza
scendere a compromessi. “Un libro intriso di spirito evangelico” ha commentato il
cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e
Pace, alla presentazione del volume, che sottolinea “l’urgenza di riprendere il concetto
di sviluppo integrale e solidale nella prospettiva del bene comune”. Al microfono
di Claudia Di Lorenzi, il cardinale Rodriguez Maradiaga rivolge ai lettori
il suo messaggio:
R. – Quelle
parole che ci ha detto Giovanni Paolo II non sono perdute nel mare; invece, sono una
forza molto grande per la nuova evangelizzazione, per portare il messaggio del Vangelo
al cuore dell’umanità, per lottare per la giustizia sociale e per avere un mondo più
immerso nella pace e nell'amore. Dunque, bisogna avere coraggio! D.
– Un’esortazione che si unisce all’invito a restituire all’etica centralità nella
vita sociale e politica…. R. – Io dico di tornare all’etica,
non come una cosa estranea, fuori dalla persona; l’etica va dentro ciascuno di noi
e quando sappiamo rispondere da quell’aspetto, il mondo può essere migliore. D.
– Un richiamo che, a fronte della attuale crisi economica mondiale, è rivolto in particolare
ai Paesi più ricchi….. R. – E’ interessante che le soluzioni
si vogliano trovare per i più ricchi, cioè per tutte quelle istituzioni che fanno
di tutto per salvare se stesse. Però, quando ci fu il vertice della FAO, non c’erano
soldi per alleviare la fame del mondo: che paradosso! Dunque, c’è bisogno di riflettere
e di cercare di mettere anche fondi a disposizione dei poveri, non soltanto delle
grandi istituzioni finanziarie. D. – Come risolvere il problema
del debito? R. – Impegnandosi prima di tutto a riconoscerlo,
perché alcuni non pensano a questo: pensano soltanto che sia una questione di denaro,
di soldi, di pagare, di chiedere … Invece, si tratta di pensare che l’economia è fatta
per l’Uomo, e non l’Uomo per l’economia! Tant’è vero che dobbiamo sempre impegnarci
per umanizzare questa società. D. – Quando invece la politica
è al servizio del cittadino? R. – Quando soprattutto si pensa
in funzione del bene comune, quando non si pensa solo al proprio gruppo o al proprio
partito ma quando pensiamo che una volta che il politico arriva al potere non è di
un partito, ma di tutta la Nazione e deve pensare al bene di tutti. D.
– Quale messaggio inviare alle migliaia di cristiani perseguitati nel mondo? R.
– Troviamo nella storia della Chiesa, fin dal suo primissimo inizio, che il Signore
ci ha detto: “Non abbiate paura perché sarete perseguitati”. Dunque, bisogna non avere
paura, rafforzare la fede e andare avanti, con l’aiuto del Signore.