Sinodo: si lavora alle Proposizioni finali. Intervista con padre Nicolás, preposito
generale della Compagnia di Gesù
Continuano, nei circoli minori, i lavori del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio.
Oggi, il programma della XII Assemblea generale ordinaria prevede la preparazione
degli emendamenti delle Proposizioni finali. Questa sera, le varianti collettive verranno
consegnate alla segreteria generale per ulteriori approfondimenti. Al Sinodo, lo ricordiamo,
partecipano 253 Padri sinodali, ma anche molti laici, divisi tra 41 esperti e 37 uditori.
Una presenza significativa, dunque, come conferma, al microfono di Isabella Piro,
padre Adolfo Nicolás, preposito generale della Compagnia di Gesù:
R. – Abbiamo
trovato molto interessante la partecipazione dei laici uditori, che ci hanno dato
un punto di vista diverso. Ha avuto molta eco il desiderio di un accesso alla Bibbia
meno tecnico e più vicino alla vita dei laici e delle persone della strada, che sentono
la necessità di trovare un senso, di trovare gioia e speranza, di capire come la Parola
di Dio possa essere un aiuto nel quotidiano. Noi dobbiamo rendere la Parola di Dio
molto più semplice ed avere un linguaggio vicino alla vita della gente. Io ho vissuto
in Giappone per molto tempo e ho visto che la Parola di Dio evoca molto più interesse,
anche fra i non cristiani, che tutta la nostra catechesi. La gente ha paura dei “sistemi”.
Ma la gente è aperta a trovare una via, una strada e credo che la Bibbia ci offra
molte strade. Allora, rendere vicina la Bibbia credo che sia un punto che è venuto
fuori con molta forza. Il frutto più importante della Parola di Dio per la maggioranza
della gente è che offre questa alternativa: un mondo diverso, il mondo di Dio, il
mondo della compassione, della speranza, della comunità. E solo entrare in questo
mondo è già una fonte di speranza per molti.
D. –
La Compagnia di Gesù come mette in pratica la Parola di Dio, Parola di vita?
R.
– Credo che nella nostra tradizione il punto più importante sia leggere, meditare,
contemplare la Parola di Dio e che il nostro accento sia sul “come”: come far sì che
la Parola di Dio entri dentro di noi e come noi entriamo in essa, così che in questo
processo di dialogo con la Parola di Dio siamo trasformati. Questo è il punto su cui
la Compagnia di Gesù, dal tempo di Sant’Ignazio, ha messo tutta la forza e continuiamo
a farlo.
D. – Lei è vissuto per molti anni in Asia:
cosa l’ha colpita di più delle relazioni dei Padri sinodali provenienti da quel continente?
R.
– Io sento che sono ancora pochi i rappresentanti di quel continente immenso, che
ha una tradizione religiosa molto profonda ... e un Paese come la Cina continentale
non è nemmeno rappresentata al Sinodo. Allora, una maggiore presenza degli asiatici
e della loro ricerca spirituale potrebbe essere di grande aiuto per questa riflessione
sulla Bibbia, su come la Bibbia entra nel cuore delle persone che sono cresciute in
un ambiente buddista o confuciano.
D. – Cosa spera
che emerga dal Sinodo anche per i laici, per chi non è addentro alle questioni teologiche?
R.
– Io spero che questo Sinodo sia una grande opportunità per cominciare, adesso, dei
processi di vicinanza alla Bibbia, per rendere la Bibbia più familiare e più accessibile
ai giovani ed anche alle persone mature.
D. – I missionari
possono essere un aiuto in questo?
R. – Credo di
sì, perché la nostra esperienza è precisamente sulla frontiera, con i non cristiani.
E allora, cosa fare perché la Bibbia sia più facile da avvicinare? Credo che questa
sia l’esperienza che portiamo tutti noi che siamo stati fuori, in missione.