La Chiesa del Salvador critica "l'ideologia di genere" promossa dal Vertice Ibero-americano
Dal 29 al 31 ottobre, San Salvador ospiterà il 18º Vertice Ibero-americano di Capi
di Stato e di Governo dedicato al tema “Gioventù e Sviluppo”, un tema importante dal
momento che sono più di 150 milioni i giovani della comunità ibero-americana. Tuttavia
la Chiesa si mostra preoccupata per il contenuto ed i valori che saranno promossi
in questo vertice, che tra le altre cose vorrebbe imporre alle Nazioni del Continente
l’aborto, il “diritto” all’autodeterminazione sessuale e l’ideologia di genere. Il
progetto è stato definito da molte organizzazioni di genitori come “anti-vita ed anti-famiglia”.
L’arcivescovo di San Salvador, mons. Fernando Sáenz Lacalle - riferisce l'agenzia
Fides - ha chiesto alle autorità di informare la società sui temi in discussione durante
il Vertice, perché di per sé già “preoccupano parte dei documenti preparatori che
sono filtrati e che sono lesivi della legge naturale, della Costituzione salvadoregna
e dei principi e valori morali che la maggioranza dei salvadoregni stima come preziosi”.
Si è detto quindi preoccupato “della mancanza di trasparenza intorno agli impegni
che si intendono assumere durante il Vertice”. L’arcivescovo ha lanciato anche un
appello ai Presidenti ibero-americani per includere nella discussione il tema dei
valori umani ed in particolare dei diritti dei giovani. Secondo mons. Sáenz Lacalle,
il Vertice è una cosa buona in sè, poiché è molto importante affrontare il tema della
gioventù, purché i partecipanti “affrontino nelle loro discussioni la difesa dei valori
umani con particolare riferimento alla famiglia”. Allo stesso tempo ha chiesto “ai
rappresentanti di optare per una vera educazione”, affinché “tutti gli impegni assunti
vengano rispettati e mantenuti nella cornice della normativa costituzionale e legale
vigente nei rispettivi Paesi”. Secondo cinque organizzazioni civili latinoamericane
e spagnole “l’ideologia di genere sostiene l’intercambiabilità dei ruoli tra l’uomo
e la donna, insiste sulla distruzione della famiglia e sulla liberazione sessuale
della donna; concepisce la maternità come una struttura culturale oppressiva ed introduce
termini eufemistici, quali ad esempio ‘interruzione della gravidanza’, ‘genere’, ‘stile
di vita’, ‘libera scelta’ o ancora ‘diritto sul proprio corpo’, per evitare di parlare
direttamente di aborto, omosessualità o promiscuità” aggiungono. (R.P.)