2008-10-22 15:38:54

Dall’UE 55 milioni di euro per combattere lo sfruttamento di minori via internet


55 milioni di euro per contrastare pedo-pornografia e violenza attraverso internet: è il programma votato stamane dal Parlamento europeo che sarà operativo dal primo gennaio 2009. Il 30% dei minori interpellati in Europa ha confermato di essersi imbattuto almeno una volta in messaggi di estrema violenza o in trappole di abusi sessuali o in messaggi che incitano al suicidio o all’anoressia. Non è il solo dato di un fenomeno agghiacciante. Fausta Speranza ne ha parlato con l’on. Roberta Angelilli, relatrice del provvedimento:RealAudioMP3

R. – Noi dobbiamo pensare che soltanto negli ultimi dieci anni i siti che propongono materiale pedo-pornografico sono aumentati, in Europa, del 1.500 per cento. Gli obiettivi sono la riduzione dei contenuti illegali o nocivi e il contrasto dei comportamenti dannosi on-line, e poi informazione, partecipazione e prevenzione per sensibilizzare il pubblico sia sulle opportunità, ma anche sui rischi connessi all’uso delle tecnologie on-line. Poi, ancora, la creazione di una base di conoscenze, di informazioni per favorire lo scambio di buone prassi e di dati a livello internazionale.

 
D. – E' sicuramente una questione di polizia... ma è soltanto questo il problema?

 
R. – E’ una questione di polizia, è una questione di responsabilità che gli Stati membri si devono assumere, però è una questione che deve vedere coinvolte le famiglie, le scuole, gli insegnanti, gli educatori perché senza questa partecipazione, senza questa mediazione, i minori sono lasciati abbandonati a loro stessi. Voglio fare un esempio che ci fa capire qual è il problema: noi abbiamo ormai dei minori che sono considerati “nativi” nel contesto delle nuove tecnologie, quindi bambini di cinque anni che sanno navigare in internet e che sono abili utilizzatori dei videogiochi, e adulti – quindi genitori o anche insegnanti – che non sanno accendere un computer o che non sanno inviare un sms e che comunque hanno una diffidenza, una ritrosia nei confronti dei media. E quindi, sostanzialmente, si crea un divario tecnologico generazionale.

 
D. – Onorevole Angelilli, parliamo di pedo-pornografia: attraverso internet, quali sono i meccanismi? Ci fa qualche esempio?

 
R. – La Commissione ha lanciato un grido d’allarme su un nuovo fenomeno: il grooming, cioè l’adescamento on-line dei minori attraverso tecniche di manipolazione psicologica molto sofisticate che sono poi finalizzate, ovviamente, ad un contatto con il minore nella vita reale. Il grooming è molto insidioso perché l’approccio è apparentemente più soft: non ci sono all’inizio richieste sessuali esplicite, il minore viene sostanzialmente disorientato dal comportamento affettuoso e confidenziale, non capisce il pericolo, anzi: diciamo che si compiace del rapporto che si instaura, che è un rapporto di confidenza, un rapporto esclusivo, e non ne parla con nessuno, tanto meno con i genitori. Quindi si tratta di una situazione altamente pericolosa perché non è percepita come tale e spesso, purtroppo, si conclude con l’incontro di persona e l’abuso vero e proprio.







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