A Cuba l’incontro tra il cardinale Ortega e il metropolita Kirill
Il cardinale Jaime Luis Ortega, arcivescovo dell’Avana, ha ricevuto lunedì scorso
il metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Kirill, che - nella sua qualità di presidente
del dipartimento del Patriarcato di Mosca per i rapporti ecclesiastici con gli Esteri
e in quest’occasione rappresentante personale del Patriarca Alessio II - domenica
aveva presieduto i riti per l’inaugurazione della nuova cattedrale ortodossa della
capitale cubana. L’ospite illustre ha avuto una cordiale e affettuosa conversazione
di 50 minuti con il porporato nella sua residenza insieme ad altri membri della delegazione
ortodossa e con il cancelliere della arcidiocesi di L'Avana, mons. Ramón Suárez Polcari.
Il metropolita Kirill, secondo quanto riferisce la rivista online “Parola Nuova” dell’arcivescovato
habanero, ha trasmesso al cardinale Ortega “un saluto speciale del Patriarca Alessio
II, consegnandogli un dittico con le immagini di Cristo e Maria Vergine, dono della
massima autorità ortodossa russa”. Dal canto suo il cardinale cubano, presente domenica
scorsa insieme con mons. Luigi Bonazzi, nunzio del Santo Padre, alla cerimonia di
inaugurazione della cattedrale alla quale ha anche partecipato il presidente del consiglio
di Stato Raúl Castro, oltre a ringraziare la fraterna cortesia del metropolita gli
ha consegnato come dono per il Patriarca la medaglia commemorativa della storica visita
a Cuba di Giovanni Paolo II, avvenuta dieci anni fa. Una “visita - ricorda la rivista
dell’arcidiocesi - che ha permesso l’avvio di una crescita religiosa e spirituale
che continua a dare i suoi frutti nell’ambito della fede e della pratica religiosa”.
Secondo quanto riportano le agenzie locali, nella stessa giornata di lunedì il metropolita
Kirill è stato ricevuto dall’ex presidente Fidel Castro – cosa abbastanza insolita
viste le sue condizioni di salute – a lui l’autorità ortodossa aveva fatto giungere
una medaglia del Patriarcato attraverso il fratello Raúl. Il 25 gennaio 1998, Papa
Wojtyla , rivolgendosi ai vescovi cubani, ricorda ancora "Parola Nuova", aveva sottolineato
che "la Chiesa non cerca una posizione egemonica o escludente"; reclama solo il posto
che merita "per diritto nel tessuto sociale dove si sviluppa la vita del popolo, contando
sugli spazi necessari e sufficienti per servire". "Cercate questi spazi in modo insistente,
suggeriva Giovanni Paolo II, non al fine di raggiungere una forma di potere, che è
estraneo alla vostra missione, bensì per incrementare la vostra capacità di servizio.
Ed in questo impegno, con spirito ecumenico – concludeva il Santo Padre - cercate
la sana cooperazione con le altre confessioni cristiane e mantenete, provando ad aumentarne
l'estensione e la profondità, un dialogo franco con le istituzioni dello Stato e le
organizzazioni autonome della società civile”. (A cura di Luis Badilla)