2008-10-22 15:30:43

A Cuba l’incontro tra il cardinale Ortega e il metropolita Kirill


Il cardinale Jaime Luis Ortega, arcivescovo dell’Avana, ha ricevuto lunedì scorso il metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Kirill, che - nella sua qualità di presidente del dipartimento del Patriarcato di Mosca per i rapporti ecclesiastici con gli Esteri e in quest’occasione rappresentante personale del Patriarca Alessio II - domenica aveva presieduto i riti per l’inaugurazione della nuova cattedrale ortodossa della capitale cubana. L’ospite illustre ha avuto una cordiale e affettuosa conversazione di 50 minuti con il porporato nella sua residenza insieme ad altri membri della delegazione ortodossa e con il cancelliere della arcidiocesi di L'Avana, mons. Ramón Suárez Polcari. Il metropolita Kirill, secondo quanto riferisce la rivista online “Parola Nuova” dell’arcivescovato habanero, ha trasmesso al cardinale Ortega “un saluto speciale del Patriarca Alessio II, consegnandogli un dittico con le immagini di Cristo e Maria Vergine, dono della massima autorità ortodossa russa”. Dal canto suo il cardinale cubano, presente domenica scorsa insieme con mons. Luigi Bonazzi, nunzio del Santo Padre, alla cerimonia di inaugurazione della cattedrale alla quale ha anche partecipato il presidente del consiglio di Stato Raúl Castro, oltre a ringraziare la fraterna cortesia del metropolita gli ha consegnato come dono per il Patriarca la medaglia commemorativa della storica visita a Cuba di Giovanni Paolo II, avvenuta dieci anni fa. Una “visita - ricorda la rivista dell’arcidiocesi - che ha permesso l’avvio di una crescita religiosa e spirituale che continua a dare i suoi frutti nell’ambito della fede e della pratica religiosa”. Secondo quanto riportano le agenzie locali, nella stessa giornata di lunedì il metropolita Kirill è stato ricevuto dall’ex presidente Fidel Castro – cosa abbastanza insolita viste le sue condizioni di salute – a lui l’autorità ortodossa aveva fatto giungere una medaglia del Patriarcato attraverso il fratello Raúl. Il 25 gennaio 1998, Papa Wojtyla , rivolgendosi ai vescovi cubani, ricorda ancora "Parola Nuova", aveva sottolineato che "la Chiesa non cerca una posizione egemonica o escludente"; reclama solo il posto che merita "per diritto nel tessuto sociale dove si sviluppa la vita del popolo, contando sugli spazi necessari e sufficienti per servire". "Cercate questi spazi in modo insistente, suggeriva Giovanni Paolo II, non al fine di raggiungere una forma di potere, che è estraneo alla vostra missione, bensì per incrementare la vostra capacità di servizio. Ed in questo impegno, con spirito ecumenico – concludeva il Santo Padre - cercate la sana cooperazione con le altre confessioni cristiane e mantenete, provando ad aumentarne l'estensione e la profondità, un dialogo franco con le istituzioni dello Stato e le organizzazioni autonome della società civile”. (A cura di Luis Badilla)







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