Il Papa a Pompei: questa cittadella di Maria e della carità dimostra che la fede trasforma
il mondo
Benedetto XVI affida la Chiesa e il mondo intero alla Vergine del Rosario di Pompei:
ma pensa in particolare al Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, alle famiglie e,
nell’odierna Giornata Missionaria Mondiale, a quanti sono impegnati nell’annuncio
del Vangelo. Giunto in elicottero dal Vaticano, è stato accolto alle 10.00 di questa
mattina da 50 mila fedeli in festa per la terza visita di un Successore di Pietro
nella città rifondata dal Beato Bartolo Longo. Ha quindi presieduto la Messa nel Piazzale
antistante il Santuario della Beata Vergine del Rosario in una splendida giornata
di sole. Il servizio del nostro inviato Sergio Centofanti.
(musica)
Benedetto
XVI prosegue il suo pellegrinaggio mariano nel mondo: dopo i santuari di Lourdes,
Loreto, Częstochowa, Aparecida ed Efeso, è giunto a Pompei per venerare
la Vergine Maria, Regina del Santo Rosario. Nel suo indirizzo di saluto l’arcivescovo
prelato Carlo Liberati elenca al Papa le opere nate grazie all’amore di un laico per
Maria: scuole, convitti e centri di accoglienza per orfani, figli di carcerati, emarginati,
poveri, tossicodipendenti, alcolizzati, donne in difficoltà, immigrate. Ma nessun
vanto – precisa : “il Rosario è la nostra forza!”. Il sindaco Claudio D’Alessio parla
della gente del Sud: “Viviamo in una terra a volte martoriata, eppure bella e ricca
di bene”. Il Papa affida tutti a Maria e pensa in particolare alle persone che soffrono
e a quanti sono abbandonati ai loro drammi di solitudine, di miseria. Li esorta a
confidare sempre nel sostegno materno della Vergine. Il Vangelo è davvero la buona
notizia perché ci annuncia che Dio è con noi e viene a liberarci: “Dove c’è Lui, il
male è vinto e trionfano la vita e la pace” e tutto è rinnovato dal suo amore:
“Sì,
l’amore di Dio ha questo potere: di rinnovare ogni cosa, a partire dal cuore umano,
che è il suo capolavoro e dove lo Spirito Santo opera al meglio la sua azione trasformatrice.
Con la sua grazia, Dio rinnova il cuore dell’uomo perdonando il suo peccato, lo riconcilia
ed infonde in lui lo slancio per il bene”. Certo – prosegue
il Papa – occorre “rinnovarsi continuamente” per “non ricadere nel conformismo della
mentalità mondana”. L’amore infatti deve essere il programma costante di una comunità
cristiana. E "la nuova Pompei, pur con i limiti propri di ogni realtà umana, è un
esempio” di quella nuova civiltà dell’amore “sorta e sviluppatasi sotto lo sguardo
materno di Maria”:
“Una cittadella di Maria e
della carità, non però isolata dal mondo, non, come si suol dire, una ‘cattedrale
nel deserto’, ma inserita nel territorio di questa Valle per riscattarlo e promuoverlo.
La storia della Chiesa, grazie a Dio, è ricca di esperienze di questo tipo, e anche
oggi se ne contano parecchie in ogni parte della terra. Sono esperienze di fraternità,
che mostrano il volto di una società diversa, posta come fermento all’interno del
contesto civile. La forza della carità, infatti, è irresistibile: è l’amore che veramente
manda avanti il mondo!” Il Papa ricorda la storia di Pompei:
una città distrutta da una eruzione vulcanica devastante che riprende vita per la
conversione di un uomo, che, come San Paolo, aveva perseguitato la Chiesa, “diventando
un militante anticlericale e dandosi anche a pratiche spiritistiche e superstiziose”.
Si parla di tendenze – precisa - presenti anche nei nostri giorni. Un uomo lontano
dalla fede che cambia radicalmente perché incontra il “vero volto di Dio” trasformando
il deserto in cui abita:
“Dove arriva Dio, il
deserto fiorisce! Anche il beato Bartolo Longo, con la sua personale conversione,
diede testimonianza di questa forza spirituale che trasforma l’uomo interiormente
e lo rende capace di operare grandi cose secondo il disegnodi
Dio”.
“Questa città, da lui rifondata – ha aggiunto
il Papa - è dunque una dimostrazione storica di come Dio trasforma il mondo: ricolmando
di carità il cuore dell’uomo e facendone un “motore di rinnovamento religioso e sociale”
al servizio degli ultimi:
“Qui a Pompei si capisce
che l’amore per Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili. Qui il genuino popolo
cristiano, la gente che affronta la vita con sacrificio, trova la forza di perseverare
nel bene senza scendere a compromessi. Qui, ai piedi di Maria, le famiglie ritrovano
o rafforzano la gioia dell’amore che le mantiene unite”. Il
segreto di Pompei è il Rosario: “Questa preghiera – ha affermato Benedetto XVI -
ci conduce, attraverso Maria, a Gesù”:
“Il Rosario
è preghiera contemplativa accessibile a tutti: grandi e piccoli, laici e chierici,
colti e poco istruiti. E’ vincolo spirituale con Maria per rimanere uniti a Gesù,
per conformarsi a Lui, assimilarne i sentimenti e comportarsi come Lui si è comportato.
Il Rosario è ‘arma’ spirituale nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per
la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo”. Al
termine della Messa il Papa ha guidato la Supplica alla Beata Vergine del Rosario,
scritta da Bartolo Longo nel 1883: una preghiera commovente innalzata alla Madre che
Gesù ci ha donato sulla Croce per implorare “misericordia per tutti”.
(musica)
All’Angelus
Benedetto XVI affida a Maria il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio perché “possa
portare frutti di autentico rinnovamento in ogni comunità cristiana” e ricorda l’odierna
Giornata Missionaria Mondiale esortando ad offrire il Rosario per i missionari e l’evangelizzazione.
“Il primo impegno missionario di ciascuno di noi – sottolinea con forza - è proprio
la preghiera”:
“E’ innanzitutto pregando che
si prepara la via al Vangelo; è pregando che si aprono i cuori al mistero di Dio e
si dispongono gli animi ad accogliere la sua Parola di salvezza”. Quindi
ha ricordato la Beatificazione oggi a Lisieux, in Francia, dei coniugi Martin, genitori
di Santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle missioni:
“Pensando
alla Beatificazione dei coniugi Martin, mi è caro richiamare un’altra intenzione,
che mi sta tanto a cuore: la famiglia, il cui ruolo è fondamentale nell’educazione
dei figli ad uno spirito universale, aperto e responsabile verso il mondo e i suoi
problemi, come pure nella formazione delle vocazioni alla vita missionaria”. Il
Papa invoca infine “la materna protezione della Madonna di Pompei” sulle famiglie
di tutto il mondo.