Veglia Missionaria in San Giovanni con lo sguardo verso i cristiani perseguitati
in India
“Guai a me se non predicassi il Vangelo”: prende spunto dall’esortazione paolina il
tema della Veglia missionaria della diocesi di Roma, che si terrà stasera, nella Basilica
di San Giovanni in Laterano, a partire dalle ore 20.30. Nell’incontro di preghiera,
presieduto dal cardinale vicario Agostino Vallini, avverrà il rito della consegna
del mandato missionario agli inviati a diffondere l’annuncio evangelico nelle terre
di missione. Si pregherà in particolare per la Chiesa sofferente nel mondo, con le
testimonianze della comunità cattolica indiana residente a Roma. Proprio sulla difficile
situazione che stanno vivendo i cristiani dell’India, si sofferma mons. Enzo Dieci,
vescovo ausiliare di Roma ed Incaricato diocesano per la cooperazione missionaria
tra le Chiese, intervistato da Luca Collodi:
R. – Credo
che sia proprio un grido, nel nostro cuore di fratelli e sorelle, che, fedeli a Cristo,
debbano subire una persecuzione crudele, feroce. Fedeli che perdono la vita, perdono,
le loro case sono bruciate, perdono le proprie Chiese dove, con gioia, si radunano
nella Casa del Signore. Noi cristiani dobbiamo essere non solo profondamente vicini
a loro con il cuore, in forza della nostra fede, ma anche con tutti gli aiuti economici
possibili, e nello stesso tempo abbiamo il dovere di essere voce di chi non può esprimere
- pur nell’amore a Cristo e nel perdono a chiunque sta facendo questo - il dolore,
lo strazio, con una grande domanda: “Perché?"
D.
– Mons. Dieci, per l’India si può usare il termine “persecuzione” verso i cristiani?
R.
– E’ un’autentica e vera persecuzione, e definita da un suo vescovo al Sinodo “la
più crudele che abbia subìto la Chiesa cristiana in India fino ai tempi nostri”. E’
una vera persecuzione, che con dei focolai che imprevedibilmente si diffondono anche
in luoghi imprevisti - come il Kerala - stanno colpendo volontariamente la presenza
di cristiani, perché non li vogliono nel loro territorio.
D.
- Questa sera, in San Giovanni in Laterano, ci sarà una testimonianza di un cristiano
proveniente dall’India…
R. – Un cristiano che presenta
i fatti, che è stato coinvolto in un momento veramente drammatico, dove, attorno a
lui, ha visto sangue, dolore e violenza incredibile verso una religiosa. Ci testimonia
l’angoscia di quella gente e chiede a noi di essere la loro voce, presso Dio nella
preghiera e presso la Chiesa tutta, perché hanno bisogno di essere veramente confortati
e aiutati.
D. – L’incontro di preghiera di questa
sera in San Giovanni in Laterano guarda però alla diocesi di Roma come a una diocesi
missionaria…
R. – Senza dubbio. Se la diocesi del
Vicario di Cristo, di Benedetto XVI, non potesse essere luce per tutto il mondo della
dimensione missionaria, significa che ci sarebbe una grande carenza da affrontare.
Con gioia, questa sera, il nuovo cardinale vicario presiede per la prima volta la
Veglia missionaria, e lui ha rivolto a tutti i preti, in un incontro diocesano, un
appello accorato, di fargli il regalo di venire questa sera, perché si deve dare un
volto nuovo e una missionarietà nuova alla diocesi di Roma.