Dopo gli scontri accordo tra Thailandia e Cambogia
Dopo gli scontri di ieri causati dall’annosa disputa territoriale nella zona delle
rovine dell'antico tempio indù di Preah, i comandanti militari thailandesi e cambogiani
oggi hanno raggiunto un accordo per un pattugliamento comune del confine tra i due
Paesi. Tuttavia centinaia di cambogiani continuano a fuggire dalla zona dei combattimenti,
mentre i due eserciti vi stanno facendo affluire soldati e armamenti. Il tempio di
Preah Vihear da decenni è rivendicato da entrambi, ma è stato assegnato alla Cambogia
con una sentenza della Corte internazionale di giustizia nel 1962. Una decisione mai
accettata dalla Thailandia.
Dalai Lama Il Dalai Lama è stato dimesso
stamattina dal Ram Ganga Hospital di New Delhi dove era ricoverato da giovedì scorso
per un intervento di rimozione dei calcoli. Secondo i medici che lo hanno avuto in
cura, la guida spirituale buddista versa in buone condizioni e ha solo bisogno di
riposo.
Pakistan Resta alta la tensione nelle zone tribali del Pakistan.
Almeno quattro persone sono rimaste uccise oggi da due missili lanciati probabilmente
da un drone americano in un’area al confine con l'Afghanistan. Nella turbolenta valle
dello Swat, un terrorista si è fatto esplodere con un'auto carica di esplosivo contro
una stazione della polizia, provocando la morte di quattro agenti di sicurezza.
Iraq-Turchia Proseguono
i combattimenti tra i soldati di Ankara e i miliziani del PKK, lungo il confine tra
i due Paesi. Nelle ultime 24 ore, cinque militari turchi sono morti negli scontri
avvenuti a Kavakli nella provincia di Hakkari. Vittime anche tra i guerriglieri: cinque
sono stati uccisi a Semdinli, vicino al confine iracheno. Nel nord dell’Iraq si registra
anche l’arresto, da parte delle truppe USA, di quattro presunti terroristi appartenenti
al ramo iracheno di al Qaeda. Infine, ancora vittime tra l’inerme popolazione civile:
un bambino iracheno è stato ucciso e un altro è rimasto ferito dall'esplosione di
un ordigno nella provincia di Diyala.
Stati Uniti SA meno di tre
settimane dal voto negli Stati Uniti, terzo ed ultimo faccia a faccia nella notte
tra i due candidati alla Casa Bianca. Il repubblicano John McCain ed il democratico
Barak Obama si sono confrontati su diversi temi: in primo piano, ovviamente, la crisi
economica. Da New York, ci riferisce Elena Molinari:
Un battibecco
su chi ha attaccato l’altro più ingiustamente durante la campagna elettorale, un animato
botta e risposta su chi aiuterà di più la “middle class” con le sue iniziative economiche;
il terzo e ultimo dibattito, in diretta televisiva, fra Barack Obaba e John McCain
ha rispettato le attese della vigilia. I due contendenti alla Casa Bianca si sono
dati filo da torcere, con il repubblicano McCain particolarmente agguerrito e pronto
a criticare punto per punto ogni risposta del rivale; per McCain, del resto, era l’ultima
opportunità di risollevare la sua zoppicante candidatura. All’ultimo faccia a faccia
si è presentato con uno svantaggio dai 4 ai 12 punti rispetto al rivale, secondo i
sondaggi; Obama non ha mai perso la calma, né la sicurezza di sé, ed è quindi abbastanza,
a meno di tre settimane dal voto, per mantenere e consolidare il suo vantaggio.
Caraibi Il
centro americano degli uragani ha annunciato che il ciclone Omar si è rafforzato,
salendo a categoria 3. Il passaggio dell’uragano è accompagnato da forti piogge e
venti violenti. Al momento la tempesta si dirige verso Porto Rico e le piccole isole
del nordest dei Caraibi.
Somalia Contro la pirateria in Somalia e
per proteggere le navi che trasportano aiuti alimentari per la popolazione, ha preso
il via ieri la missione Nato di pattugliamento delle coste africane. La spedizione,
a capo della quale c’è un ammiraglio italiano, è stata autorizzata nei giorni scorsi
dalla riunione informale dei ministri della Difesa dell'Alleanza a Budapest.
Azerbaigian Il
presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha ricevuto il suo secondo mandato nelle
elezioni presidenziali che due giorni fa hanno chiamato alle urne 8 milioni di cittadini.
Schiacciante la vittoria che si profila per il capo dello Stato, che nei dati ancora
parziali vanta l’89% delle preferenze. La tornata elettorale è stata però boicottata
dai principali partiti dell’opposizione che denunciano un forte deficit di democraticità
nell’ex repubblica sovietica. Gli oppositori paragonano la Stato caucasico ad una
monarchia, dal momento che l’attuale presidente è il figlio di Geidar Aliyev, che
ha governato il Paese dalla fine dell’epoca sovietica fino al 2003. (Panoramica
internazionale a cura di Marco Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 290 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.