2008-10-16 15:43:44

Dopo gli scontri accordo tra Thailandia e Cambogia


Dopo gli scontri di ieri causati dall’annosa disputa territoriale nella zona delle rovine dell'antico tempio indù di Preah, i comandanti militari thailandesi e cambogiani oggi hanno raggiunto un accordo per un pattugliamento comune del confine tra i due Paesi. Tuttavia centinaia di cambogiani continuano a fuggire dalla zona dei combattimenti, mentre i due eserciti vi stanno facendo affluire soldati e armamenti. Il tempio di Preah Vihear da decenni è rivendicato da entrambi, ma è stato assegnato alla Cambogia con una sentenza della Corte internazionale di giustizia nel 1962. Una decisione mai accettata dalla Thailandia.

Dalai Lama
Il Dalai Lama è stato dimesso stamattina dal Ram Ganga Hospital di New Delhi dove era ricoverato da giovedì scorso per un intervento di rimozione dei calcoli. Secondo i medici che lo hanno avuto in cura, la guida spirituale buddista versa in buone condizioni e ha solo bisogno di riposo.

Pakistan
Resta alta la tensione nelle zone tribali del Pakistan. Almeno quattro persone sono rimaste uccise oggi da due missili lanciati probabilmente da un drone americano in un’area al confine con l'Afghanistan. Nella turbolenta valle dello Swat, un terrorista si è fatto esplodere con un'auto carica di esplosivo contro una stazione della polizia, provocando la morte di quattro agenti di sicurezza.

Iraq-Turchia
Proseguono i combattimenti tra i soldati di Ankara e i miliziani del PKK, lungo il confine tra i due Paesi. Nelle ultime 24 ore, cinque militari turchi sono morti negli scontri avvenuti a Kavakli nella provincia di Hakkari. Vittime anche tra i guerriglieri: cinque sono stati uccisi a Semdinli, vicino al confine iracheno. Nel nord dell’Iraq si registra anche l’arresto, da parte delle truppe USA, di quattro presunti terroristi appartenenti al ramo iracheno di al Qaeda. Infine, ancora vittime tra l’inerme popolazione civile: un bambino iracheno è stato ucciso e un altro è rimasto ferito dall'esplosione di un ordigno nella provincia di Diyala.

Stati Uniti
SA meno di tre settimane dal voto negli Stati Uniti, terzo ed ultimo faccia a faccia nella notte tra i due candidati alla Casa Bianca. Il repubblicano John McCain ed il democratico Barak Obama si sono confrontati su diversi temi: in primo piano, ovviamente, la crisi economica. Da New York, ci riferisce Elena Molinari:RealAudioMP3

Un battibecco su chi ha attaccato l’altro più ingiustamente durante la campagna elettorale, un animato botta e risposta su chi aiuterà di più la “middle class” con le sue iniziative economiche; il terzo e ultimo dibattito, in diretta televisiva, fra Barack Obaba e John McCain ha rispettato le attese della vigilia. I due contendenti alla Casa Bianca si sono dati filo da torcere, con il repubblicano McCain particolarmente agguerrito e pronto a criticare punto per punto ogni risposta del rivale; per McCain, del resto, era l’ultima opportunità di risollevare la sua zoppicante candidatura. All’ultimo faccia a faccia si è presentato con uno svantaggio dai 4 ai 12 punti rispetto al rivale, secondo i sondaggi; Obama non ha mai perso la calma, né la sicurezza di sé, ed è quindi abbastanza, a meno di tre settimane dal voto, per mantenere e consolidare il suo vantaggio.

 
Caraibi
Il centro americano degli uragani ha annunciato che il ciclone Omar si è rafforzato, salendo a categoria 3. Il passaggio dell’uragano è accompagnato da forti piogge e venti violenti. Al momento la tempesta si dirige verso Porto Rico e le piccole isole del nordest dei Caraibi.

Somalia
Contro la pirateria in Somalia e per proteggere le navi che trasportano aiuti alimentari per la popolazione, ha preso il via ieri la missione Nato di pattugliamento delle coste africane. La spedizione, a capo della quale c’è un ammiraglio italiano, è stata autorizzata nei giorni scorsi dalla riunione informale dei ministri della Difesa dell'Alleanza a Budapest.

Azerbaigian
Il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha ricevuto il suo secondo mandato nelle elezioni presidenziali che due giorni fa hanno chiamato alle urne 8 milioni di cittadini. Schiacciante la vittoria che si profila per il capo dello Stato, che nei dati ancora parziali vanta l’89% delle preferenze. La tornata elettorale è stata però boicottata dai principali partiti dell’opposizione che denunciano un forte deficit di democraticità nell’ex repubblica sovietica. Gli oppositori paragonano la Stato caucasico ad una monarchia, dal momento che l’attuale presidente è il figlio di Geidar Aliyev, che ha governato il Paese dalla fine dell’epoca sovietica fino al 2003. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
 

 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 290

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