Appello di mons. Migliore: la comunità internazionale non dimentichi le vittime della
malaria
Ogni 30 secondi nel mondo muore una persona a causa della malaria. E’ la denuncia
dell’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso
l’ONU, intervenuto, nell’ambito della 63.ma sessione dell’Assemblea generale, sul
decennio di impegno per il regresso della malaria nei Paesi in via di sviluppo, in
particolare in Africa. Il servizio di Fausta Speranza:
Il
90% delle persone che contraggono la malaria sono in Africa Subsahariana e la maggior
parte sono bambini sotto i 5 anni. In questa regione ne muoiono 3000 al giorno. In
generale al mondo i contagiati sono tra i 300 e i 500 milioni ogni anno e di questi
almeno un milione muore. Cifre agghiaccianti che mons. Migliore riporta sottolineando
l’importanza della recente decisione dell’Assemblea generale di assicurare più attenzione
al drammatico fenomeno, che significa ricerca, cure e trattamenti. Il punto è che
le misure di prevenzione e i trattamenti adeguati esistono ma costano e dunque – ribadisce
mons. Migliore - bisogna assicurare risorse economiche ai Paesi del Sud del mondo
che non possono permetterseli. Da parte sua, mons. Migliore vuole ricordare le “tante
persone che a livello individuale e a livello di organizzazioni internazionali, a
partire dalle agenzie cattoliche, con comportamento che definisce eroico, fanno il
loro meglio per l’assistenza medica a tutti i livelli in Paesi in difficoltà”. Ma
non può bastare e non basta. La realtà – denuncia mons. Migliore - è che “negli ultimi
quindici anni c’è stato un incremento del contagio e che nei prossimi venti anni si
prevede un raddoppio del numero dei malati di malaria”, una malattia che sembra dimenticata.
Con molta chiarezza mons. Migliore afferma che “la malaria resta una grande minaccia
per la sicurezza dell’umanità”.