A Mindanao, nelle Filippine, giovani da tutta l’Asia per la pace e il dialogo interreligioso
Nelle Filippine i leader di 90 movimenti giovanili, appartenenti a religioni ed etnie
diverse, si sono dati appuntamento a Mindanao, teatro di una guerra decennale fra
esercito e ribelli islamici. E’ stato lanciato un invito al governo filippino a riprendere
i colloqui. I leader dei movimenti religiosi giovanili sottolineano in un comunicato
che le ragioni alla base dei conflitti a Mindanao non sono “peculiari delle Filippine”
ma si possono riscontrare “in molte altre aree del mondo”; le tensioni etniche sono
in “continua crescita” e rappresentano una “costante fonte di minaccia” per la sicurezza
sociale. “Il processo di emarginazione politica, sociale, economica e religiosa –
ribadiscono i giovani – va cambiato. Dobbiamo rispondere alle sfide e diventare dei
veri promotori di pace, prima che la situazione sia compromessa in modo irrimediabile”.
Il summit – rende noto l’agenzia AsiaNews - è stato organizzato dalla Conferenza mondiale
delle religioni per la pace. I risultati dei lavori verranno presentanti in occasione
di un convegno in programma a Manila da domani al 21 ottobre: all’incontro è prevista
la partecipazione anche del presidente filippino Gloria Macapagal-Arroyo. In seguito
al conflitto, a Mindanao sono quasi mezzo milione i rifugiati che necessitano di cibo,
acqua e medicine. (A.L.)