2008-10-15 16:19:44

La Chiesa indiana chiede una legge per fermare le violenze anti-cristiane


Riportare all’attenzione di tutti, specialmente delle minoranze culturali e religiose presenti in India, la questione della irrazionale violenza intercomunitaria e degli attacchi premeditati contro i cristiani: con questo obiettivo si è riunito lunedì scorso il Consiglio Nazionale per l’Integrazione, organismo formato da rappresentanti della politica, della società civile, delle comunità religiose, nato per affrontare i temi e le delicate questioni dei conflitti e delle violenze nella società indiana. Il Consiglio, che non si riuniva da tre anni, è stato riconvocato per esaminare a fondo il preoccupante fenomeno delle violenze anti-cristiane e ha riportato a galla la proposta di un “Communal Violence Bill”, cioè l’adozione di un provvedimento legislativo ad hoc, per fermare la campagna di violenza che prende di mira una data comunità religiosa. A rappresentare la Chiesa cattolica durante i lavori del Consiglio erano l’arcivescovo di Delhi, mons. Vincent Concessao, e altri leader laici di organismi cristiani che stanno informando l’opinione pubblica e difendendo i fedeli; accanto a loro leader di organizzazioni per i diritti umani, rappresentanti di movimenti e partiti, leader di altre comunità religiose. In particolare la Chiesa cattolica ha ribadito la sua volontà di proseguire nel processo di alfabetizzazione, di istruzione e di promozione socio-economica dei fuori casta, dei dalit, dei poveri e degli emarginati: tale impegno spesso è stato criticato dai leader indù dei movimenti radicali. A conclusione della sessione, il Consiglio ha ribadito precise richieste, condivise da tutti i presenti: fermare la campagna di odio ideologico che è propedeutica alle violenze; perseguire gli autori dei crimini secondo le leggi vigenti; approvare il “Communal Violence Bill”, specifico provvedimento legislativo che blocchi l’aggressione sulle minoranze; garantire alle minoranze culturali e religiose pari opportunità e maggiore rappresentatività all’interno dell’Amministrazione pubblica, della Polizia, del sistema giudiziario; riformare in senso democratico, in maniera globale e profonda, il sistema educativo nazionale, garantendo un’istruzione adeguata anche ai ceti meno abbienti. (R.P.)







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