2008-10-15 16:30:19

Dopo l'euforia di nuovo in calo le Borse internazionali


Si è dissolta l’euforia dei mercati finanziari in seguito alle misure anti-crisi adottate dai governi: dopo aver aperto in ribasso, a metà seduta domina ancora il segno meno nelle principali piazze europee, influenzate dal calo di Wall Street. In diminuzione anche le Borse asiatiche, ad eccezione di Tokyo che ha chiuso con un modesto 1,06%. Cresce quindi l’attesa per il Consiglio europeo che si apre nel pomeriggio a Bruxelles. La Commissione europea ha intanto rivisto nel segno di una maggiore flessibilità il Patto di stabilità che fissa il deficit dei Paesi al 3%. Il punto della situazione nel servizio di Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

Petrolio e tassi interbancari in calo: queste in sintesi le buone notizie che riguardano i mercati internazionali, caratterizzati invece da un andamento altalenante sul fronte dei titoli bancari. Il greggio viaggia sui 78 dollari, mentre l’Euribor a tre mesi allenta la morsa sui mutui attestandosi intorno al 5,23%. Ieri, Wall Street ha chiuso in negativo dopo il rimbalzo straordinario di lunedì scorso e sono attesi gli effetti del nuovo intervento statale: la Casa Bianca ha annunciato lo stanziamento di 250 miliardi di dollari per aiutare il sistema bancario americano; nove gli istituti beneficiari negli USA. Incertezza anche in Europa, dove i mercati hanno aperto in "rosso", in attesa del Consiglio europeo di oggi pomeriggio a Bruxelles. In agenda la crisi finanziaria, i consumi energetici e la lotta al cambiamento climatico. Il summit in programma nel pomeriggio arriva dopo gli altri due vertici di leader europei, quello del G4 del 4 ottobre e quello dell'Eurogruppo di domenica scorsa a Parigi. Dal presidente Bush, ieri, l’annuncio di un summit euro-statunitense in programma per venerdì prossimo a Camp David. L’attivismo dei governi per fronteggiare la crisi globale si fa sempre più frenetico e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha annunciato che entro la fine dell'anno verrà convocato un vertice del G8, al quale parteciperanno anche le delegazioni dei Paesi in via di sviluppo. Intanto, le borse asiatiche hanno chiuso in calo ad eccezione della Borsa di Tokyo.

 
Canada
Il primo ministro canadese uscente e leader del Partito conservatore, Stephen Harper, ha ottenuto la sua seconda vittoria elettorale consecutiva nelle elezioni legislative anticipate, che ieri hanno chiamato alle urne 23 milioni di persone. Il premier rimarrà quindi alla guida del Paese malgrado non abbia ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento. Il Partito conservatore ha infatti conquistato 143 dei 308 deputati dell’assemblea di Ottawa. Nel complesso, la formazione politica si è rafforzata, ma sarà di nuovo costretta a chiedere aiuto all’opposizione. Secondo molti analisti, sul voto ha pesato la crisi dei mercati, dal momento che a settembre diversi sondaggi davano al partito del premier la maggioranza assoluta. Commentando i risultati, Harper si è quindi impegnato a lavorare con il resto dei partiti politici per "far fronte alla crisi finanziaria mondiale". Su questo tema, il primo ministro ha già ottenuto la disponibilità di Stephane Dion, leader del Partito liberale, il principale dell'opposizione, crollato al peggior risultato dal 1984.

Stati Uniti: Incendi in California
Resta in vigore lo stato di emergenza nello Stato america della California, stretto nella morsa dei roghi che da giorni stanno distruggendo centinaia di ettari di territorio nella San Fernando Valley. Il bilancio ancora provvisorio è di due morti, 44 abitazioni distrutte e almeno 1.400 case evacuate. In una conferenza, il governatore della California, Arnold Schwarzenegger, ha detto che il settanta per cento degli incendi è sotto controllo.

Georgia-Russia
La Corte internazionale di Giustizia si pronuncerà oggi sul ricorso presentato dalla Georgia contro la Russia. Tblisi accusa Mosca di portare avanti “una pulizia etnica” contro i georgiani nelle regioni separatiste di Ossezia del Sud e Abhkazia. Intanto, a Ginevra, Russia e Georgia si incontrano oggi per alcuni colloqui, preceduti già da un forte disaccordo sulla composizione delle delegazioni alla Conferenza.

Tensione tra Thailandia e Cambogia
Continua a salire la tensione tra Thailandia e Cambogia. Un soldato cambogiano è morto e quattro soldati thailandesi sono rimasti feriti oggi nello scontro a fuoco scoppiato alla frontiera tra i due Paesi, vicino alla zona contesa del tempio Khmer di Preah Vihear. Proprio stamattina scadeva un ultimatum lanciato dalla Cambogia alla Thailandia affinché ritirasse dall'area gli 80 soldati ancora presenti; ultimatum ignorato da Bangkok. Da segnalare, invece, la resa di 10 soldati cambogiani alle truppe thailandesi. A questo punto c’è il rischio concreto di una guerra tra i due Paesi? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al collega Stefano Vecchia, raggiunto telefonicamente a Bangkok:RealAudioMP3

R. - Diciamo che il rischio è concreto, anche se evidentemente è difficile immaginare un reale scenario di conflitto fra due Paesi che hanno comunque uno scarso interesse in questo momento ad entrare in una seria situazione di conflitto. La Cambogia è un Paese povero che fatica ad uscire dal sottosviluppo. La Thailandia è un Paese che in questo momento sta vivendo grosse difficoltà, soprattutto a livello politico. Ricordiamo i disordini della settimana scorsa, con i 500 feriti provocati dalla repressione della polizia e del parlamento. Va anche detto, però, che proprio questa situazione di difficoltà interna può in realtà anche favorire, in qualche modo accendere, la tensione senza però poi arrivare probabilmente ad un conflitto vero e generalizzato.

 
D. - Al di là di questa crisi, piuttosto recente, quali sono i rapporti tra i due Paesi?

 
R. - La Cambogia successivamente all’esperienza khmer, nel momento in cui si è avviata verso la sua incerta democrazia, è diventata in qualche modo una specie di "dependance", di fornitore di materie prime della Thailandia. Un ruolo da cui si è affrancata gradualmente, soprattutto quando i khmer rossi hanno perso il potere che avevano sulle zone di confine con la Thailandia, da cui passavano pietre preziose e legnami in abbondanza. In questo momento, i rapporti sono abbastanza tesi. La Thailandia è un Paese con un forte orgoglio nazionale e questo può essere l’elemento che favorisce in qualche modo uno scontro e, purtroppo, non favorisce un accordo su questi territori contesi al confine.

 
Afghanistan
E’ di almeno 70 talebani morti il bilancio dei bombardamenti aerei della scorsa notte sulla parte meridionale dell’Afghanistan, nella provincia di Helmand, al confine con il Pakistan. Lo riferisce oggi un portavoce del governatore provinciale. L’escalation di violenze che si è registrata dall’inizio del 2008 sta colpendo anche le Organizzazioni Non Governative. Secondo uno studio condotto da un gruppo specializzato nella sicurezza delle ONG, tra gennaio e settembre 2008 si sono registrati 146 attacchi contro le organizzazioni umanitarie, contro i 135 verificatisi nel corso di tutto il 2007.

Libano
È avvenuto questa mattina a Damasco l’atteso incontro tra il presidente siriano, Bashar al-Assad, e il ministro degli Esteri libanese, Fawzi Sallukh, per discutere le modalità e i tempi di avvio di formali relazioni diplomatiche tra i due Paesi, deciso ieri. I due hanno firmato un documento nel quale sottolineano l'impegno a rafforzare i rapporti fra Beirut e Damasco “sulla base del rispetto reciproco". L'apertura di ambasciate nelle rispettive capitali è attesa entro la fine dell'anno. La decisione era già stata presa da Assad e dal suo omologo libanese, Michel Suleiman, a Parigi nel luglio scorso, in presenza del presidente francese, Nicolas Sarkozy. Promessa poi trasformata in un annuncio congiunto pronunciato a Damasco il 13 agosto da Assad e Suleiman, nel corso della prima visita di quest'ultimo da presidente a Damasco. Siria e Libano si lasciano così alle spalle tre anni di gelo e tensioni, ma soprattutto sessant'anni di relazioni bilaterali mai formalizzate.

Repubblica Democratica del Congo: guerriglia in Nord Kivu
La regione congolese del Nord Kivu continua ad essere teatro di un conflitto senza fine. Nei giorni scorsi, si è registrata una dura offensiva della guerriglia che, con l’appoggio di milizie rwandesi, ha conquistano una vasta zona alle porte del capoluogo Goma. La cronaca nel servizio di Giulio Albanese:RealAudioMP3

Tornano a soffiare i venti di guerra nella regione orientale del Nord Kivu. Una legione di miliziani del potente signore della guerra, Lorraine Kunda, raggruppati nel Congresso nazionale per la Difesa del Popolo, ha conquistato in questi giorni zone strategiche attorno a Goma, capoluogo regionale. I miliziani potrebbero entrare nella città da un momento all’altro, senza problemi, non appena il contesto internazionale lo consentisse, con l’appoggio del vicino Rwanda. Una situazione di rischio estremo, come ha dichiarato, senza mezzi termini, il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, che ha evocato il rischio di nuovi estesi massacri in una terra peraltro già duramente provata dalle violenze nel passato, per ragioni etniche certamente, ma soprattutto legate al controllo delle immense risorse minerarie del Kivu. D'altronde, tutti gli analisti concordano: finché non sarà data al piccolo Rwanda la possibilità di usufruire in parte delle sconfinate ricchezze del gigante congolese - ricchezze peraltro di poco oltre un confine geograficamente inesistente - l’intera regione dei Grandi Laghi sarà una polveriera lungo la quale gli interessi stranieri continueranno a costituire un fattore altamente destabilizzante.

 
Azerbaigian
Seggi aperti in Azerbaigian, dove quasi 5 milioni di elettori sono chiamati alle urne per scegliere il nuovo presidente della Repubblica ex sovietica. In corsa, l’attuale capo di Stato Aliev, favorito su altri sei sfidanti. I cinque maggiori partiti dell’opposizione, riuniti nel Blocco della Libertà, hanno invitato a boicottare il voto sostenendo che non vi siano “sufficienti garanzie di democraticità”. L’OSCE, che ha criticato il governo per alcune irregolarità commesse in campagna elettorale, ha inviato oltre 400 osservatori a seguire le operazioni di voto.

Dirottamento sulla Turkish Airlines
Dirottamento lampo a bordo di un aereo della Turkish Airlines, partito da Antalia alla volta di San Pietroburgo. Secondo le prime ricostruzioni, un cittadino russo, in stato di ubriachezza, aveva minacciato di far saltare in area il velivolo poco dopo il decollo, tentando di avvicinarsi alla cabina con una presunta cintura esplosiva, ma è stato subito neutralizzato da alcuni passeggeri.

Cina-Olio
Dopo lo scandalo del latte contaminato ritirato dal mercato, c’è un nuovo allarme in Cina a seguito del ricovero di 146 bambini nell’est del Paese. Tutti accusano disturbi al sistema linfatico, forse a causa dell’olio usato nelle cucine dell’asilo. Rassicurazioni arrivano dal governo locale, ma c’è scetticismo tra i genitori dei bimbi. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 289

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