Congo: il vescovo di Bukavu negli USA per chiedere aiuti urgenti per la popolazione
“La situazione nel Congo orientale e nella regione dei Grandi Laghi è molto grave,
ma il mondo tace come se non fossimo neanche esseri umani”. A lanciare la pesante
denuncia, in un’intervista all’agenzia Cns, è l’arcivescovo di Bukavu, mons. François
Maroy Rusengo. Il presule si è recato a Washington, dove in questi giorni ha incontrato
rappresentanti del Congresso, della Chiesa statunitense e delle Ong americane operanti
nella Repubblica Democratica del Congo, per chiedere aiuti urgenti alle martoriate
popolazioni del Congo orientale, in cui alle distruzioni della guerra si è aggiunto,
a gennaio, il terremoto che ha devastato Bukavu. “Spero che il Congresso capisca
questa volta la gravità della situazione. Hanno promesso che vedranno come possono
aiutare e io pregherò perché lo facciano”, ha dichiarato l’arcivescovo senza nascondere
il suo scetticismo e frustrazione, viste le passate promesse non mantenute. L’arcidiocesi
di Bukavu, ha spiegato, ha “urgente bisogno di aiuti per ricostruire case, scuole,
ospedali, conventi distrutti, ma soprattutto perché la gente possa ricostruire la
sua vita”. La guerra ha sprofondato un paese potenzialmente ricco nella povertà: tutte
le infrastrutture sociali, politiche ed economiche sono venute a mancare. In questa
situazione, ha detto mons. Maroy, “l’unica cosa che posso fare come arcivescovo è
denunciare le violenze e cercare di dare qualche speranza alla gente assicurandole
i servizi educativi e sanitari erogati dalla Chiesa locale”. (L.Z.)