2008-10-13 16:15:18

El Salvador: l’arcivescovo ribadisce le sue preoccupazioni per gli esiti del vertice ibero-americano


Durante la sua tradizionale conferenza stampa domenicale, ieri, mons. Fernando Sáenz Lacalle, arcivescovo di San Salvador, città dove si svolgerà tra il 29 e il 31 ottobre il XVIII Vertice Ibero-americano, si è fatto interprete della preoccupazione della Chiesa latinoamericana di fronte ai possibili contenuti della dichiarazione finale che dovrà riassumere i consensi sul tema centrale di quest’incontro: le generazioni giovani e le sfide dello sviluppo. “Sono preoccupato - ha spiegato l’arcivescovo - poiché sino a questo momento non esiste nessuna trasparenza su testi che saranno firmati e che costituiscono un impegno per la Nazione”. Secondo il presule, da quanto è stato possibile sapere fino ad oggi, in mancanza d’informazione ufficiale, che nonostante le richieste non viene fornita, la dichiarazione finale potrebbe contener affermazioni ambigue e rischiose per “quanto riguarda l’aborto e il diritto naturale”. Nel riconoscere i molteplici e vani tentativi, sia da parte dell’arcivescovado sia da parte di altre istituzioni, per conoscere i documenti, mons. Sáenz Lacalle ha rivolto un accorato “invito al governo del Presidente Antonio Saca”, anfitrione dei 24 Capi di stato e di governo che si riuniranno nella capitale salvadoregna, affinché “a breve scadenza siano pubblicati tutti i documenti del vertice”. Di fronte al fatto che alle numerose richieste per conoscere questi testi la risposta sia sempre la stessa, e cioè, consultare la homepage del summit, ove ovviamente non esiste nessuna informazione sulla dichiarazione finale, l’arcivescovo si domanda: “Come mai non si desidera diffondere questi accordi? Cosa si vorrebbe occultare?”. Tutta questa ingiustificata riluttanza secondo mons. Fernando Sáenz Lacalle non fa altro che alimentare delle indiscrezioni e notizie che difficilmente possono essere verificate. “Non abbiamo nessun riscontro certo, ma conosciamo delle informazioni che se fossero vere giustificano le nostre preoccupazioni. Ci chiediamo: quali sono i testi che saranno firmati a nome di tutti i salvadoregni? I cittadini hanno diritto a saperlo”, conclude l’arcivescovo di San Salvador. I Capi di stato e di governo di 20 nazioni iberoamericane, più i governanti spagnoli e portoghesi, sono chiamati a discutere sul grande tema della gioventù e a confrontare questa realtà, fortemente maggioritaria sia dal punto di vista demografico sia da quello socio-culturale, con le prospettive della crescita e dello sviluppo, proprio nel momento in cui la crisi finanziaria mondiale si abbatte sull’economie locali provocando i primi effetti negative: il calo delle rimesse degli immigranti e la disdetta di molti ordinativi nel campo manifatturiero. E proprio la grande incertezza politica ed economica che questa nuova situazione sta creando nella regione sembra essere alla base della decisione di non si recarsi al vertice, già annunciata da diversi governanti tra cui i Presidenti di Cuba, Raúl Castro, del Venezuela Hugo Chávez e dell’Uruguay, Tabaré Vázquez. (A cura di Luis Badilla)







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