Si inaugura questa sera il Festival internazionale di Musica e Arte Sacra. Domani
pomeriggio, il concerto dei Wiener Philharmoniker alla presenza del Papa
Con l’esecuzione de “L’Arte della Fuga” di Johann Sebastian Bach, si apre questa sera
nella Basilica di San Giovanni in Laterano il Festival internazionale di Musica e
Arte Sacra: 12 concerti, dal canto gregoriano alla composizione contemporanea, con
una rassegna organistica centrale, in programma fino al 29 novembre. Domani, alle
18, l’appuntamento più atteso, con i Wiener Philharmoniker, diretti da Christoph Eschenbach,
nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, alla presenza di Benedetto XVI, per l’esecuzione
della VI Sinfonia di Anton Bruckner. Il servizio di Arianna Voto:
(musica) Un
riconoscimento speciale per la VII edizione del Festival di Musica e Arte Sacra: Benedetto
XVI presenzierà ad uno dei concerti, su invito del presidente della Fondazione, il
senatore tedesco Hans-Albert Courtial: R.
- Io so che è sempre stato un sogno del Santo Padre Benedetto XVI sentire i Wiener
Philharmoniker e questo sogno adesso si realizza con lui e con tutto il Sinodo dei
vescovi nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. D. - Perché
un Festival di musica sacra? R. - La mia intenzione è quella
di riuscire a portare alla gente la bellezza della musica sacra, nelle più belle Basiliche
di Roma. Non è una serie di concerti: questa per me è una missione vera e propria,
perché tutti possano conoscere la musica sacra e possano riuscire a vedere la bellezza
di questa musica. Io sono certo che proprio attraverso la musica sacra riusciremo
oggi a portare la gente al più bello, ma cosa è il più bello? Nostro Signore! D.
- I concerti sono abbinati ogni anno al restauro di importanti opere d’arte: R.
- I restauri, quest’anno, hanno riguardato l’altare papale in San Paolo fuori le Mura,
la cappella del Capitolo in San Giovanni in Laterano e, attualmente, l’organo nella
chiesa di Sant’Ignazio a Roma. L’apertura è riservata alla più
astratta e metafisica delle opere di Bach, “L’Arte della Fuga”, nella nuova edizione
critica e strumentazione del violoncellista Hans-Eberhard Dentler: R.
- Lì ha rinunciato alla destinazione strumentale dell’organico e questo rientra nel
principio pitagorico dell’enigma. E’ metafisica in tutti i sensi, perché i pitagorici
hanno rivolto il loro sguardo al cielo. D. - Anche questo concerto
vuole essere un omaggio particolare a Benedetto XVI, Papa ma anche musicista, tedesco
come Bach, che è uno dei suoi autori preferiti… R. - Questo
sì, perché apro il festival con “L’Arte della Fuga”, uno dei più grandi capolavori
dell’Occidente, e chiudo poi con un’offerta musicale che è in verità un sacrificio,
perché “Musikalisches Opfer” vuol dire “sacrificium musicum”, sacrificio musicale.
Su questo ho scritto un libro, dedicando queste ricerche e questo libro a lui. Volevo
provare che i tre fascicoli del sacrificio musicale sono proprio da indirizzare alla
musica mondana, alla musica “instrumentalis”, alla musica “humana”. Come Boezio che
era uomo di Stato e filosofo - come sappiamo dal suo famoso libro “Consolatio Philosophiae”
- ma che ha scritto anche un’importante opera sulla musica, facendo questa tripartizione:
così è costruito il sacrificio musicale, attraverso l’ottica di Keplero, “Harmonices
mundi”, libro cinque. D. - Ma come legare il contenuto filosofico
e intellettuale della partitura all’aspetto emotivo e sentimentale dell’esecuzione? R.
- La musica, per i Pitagorici, rappresentava la disciplina più alta per arrivare alla
vera filosofia: il compimento della vita spirituale. E’ così che Bach negli ultimi
anni della sua vita - da “L’Arte della fuga” si può pensare agli ultimi dieci anni
- se ne è occupato sicuramente, ma il sacrificio musicale è un ramo dell’arte della
fuga ed è per questo che è sempre stato circondato dal mistero. Alla base, tuttavia,
c’è sempre la filosofia pedagogica nell’ottica di un uomo profondamente religioso
e cristiano, come Johann Sebastian Bach.