La Chiesa canadese esorta i candidati alle elezioni a fare degli aiuti allo sviluppo
una priorità
Il direttore esecutivo dell’agenzia dei vescovi canadesi per lo sviluppo e la pace
Michael Casey ha esortato i candidati alle prossime elezioni federali del 14 ottobre
a fare degli aiuti allo sviluppo internazionale una priorità della loro agenda politica.
“Chiediamo che i politici canadesi si assumano la responsabilità di promuovere il
ruolo del nostro Paese nel contesto sociale ed economico globale per fare in modo
che esso diventi più favorevole e giusto verso i poveri”, si legge in una lettera
aperta diffusa nei giorni scorsi. La lettera rileva che se, grazie ad alcuni recenti
provvedimenti, il Canada ha migliorato la qualità dei suoi programmi di aiuto allo
sviluppo, c’è ancora spazio per ulteriori miglioramenti quantitativi e qualitativi.
Attualmente il Paese contribuisce allo sviluppo internazionale con lo 0,28 per cento
del PIL, figurando al 16.mo posto tra i Paesi dell’OCSE. Secondo gli Obiettivi del
Millennio fissati dall’ONU dovrebbero arrivare allo 0,7 per cento. La lettera chiede
che venga fissata una data certa per il raggiungimento di questo obiettivo. A questo
aggiunge altre cinque priorità: la riduzione e cancellazione del debito dei Paesi
poveri; l’adozione di misure commerciali a tutela dei piccoli contadini e la riduzione
dei sussidi agricoli nei Paesi sviluppati per rendere il commercio internazionale
più equo; la promozione dell’agricoltura per ridurre la fame e la povertà; una moratoria
sulla costruzione di pozzi petroliferi per ridurre l’emissione dei gas serra nei limiti
fissati dal Protocollo di Kyoto; la piena attuazione delle delibere assunte nel 2007
dal Canada per rendere le compagnie estrattive canadesi “responsabili del loro operato
all’estero”. (L.Z.)