Al Sinodo dei Vescovi in primo piano la Parola di Dio nella famiglia e nelle terre
di difficile evangelizzazione. Nel pomeriggio l'intervento del card. Scola sulla Sacramentum
Caritatis
La recezione della Sacramentum Caritatis non solo è in atto, ma fa ben sperare. E’
quanto ha detto il card. Angelo Scola, intervenendo oggi pomeriggio al Sinodo dei
Vescovi, in corso in Vaticano sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione
della Chiesa”. Il Patriarca di Venezia ha presentato una relazione sull’attuazione
dell’Esortazione apostolica post-sinodale, pubblicata nel 2007. Ce ne parla Isabella
Piro:
Altro tema
trattato in Aula è stato quello dell’evangelizzazione in contesti come l’Europa dell’est,
la Birmania o la Terra Santa: aree geografiche - si è detto - segnate dalle persecuzioni
dei passati regimi totalitari, da catastrofi naturali come il ciclone Nargis e dal
conflitto israelo-palestinese. In particolare, è stato notato che i cristiani arabi
hanno difficoltà a leggere l’Antico Testamento a causa di interpretazioni politiche
ed ideologiche che gravano su di esso. In questo senso, da segnalare la proposta avanzata
da Gregorio III Laham, Patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti, che ha suggerito
l’organizzazione di un “forum sulla Parola di Dio” in cui cristiani e musulmani possano
incontrarsi, discutere e meditare. Ecco cosa ha dichiarato lo stesso Patriarca ai
nostri microfoni:
R. - Vorrei che musulmani e cristiani si incontrassero. E
questa è già da anni una realtà a Gerusalemme, dove - nel Centro Nôtre-Dame - cristiani,
musulmani ed ebrei si ritrovano insieme, malgrado la situazione così difficile in
Terra Santa, e meditano la Parola senza discussioni: io medito e prego, dopo viene
l’ebreo e il musulmano. Questa è un po’ l’idea che io vorrei realizzare anche in Siria
e in Libano, laddove ho la giurisdizione.
D. - Una corretta esegesi della Parola
di Dio è, quindi, un punto di dialogo comune?
R. - Quando Dio parla, parla
a tutti gli uomini. Tutti gli uomini sono, quindi, invitati ad incontrare Dio e ad
incontrare colui è creato ad immagine di Dio, l’uomo.
Nel pomeriggio di ieri,
invece, ha dominato il tema dell’esegesi biblica: in particolare, è stata ribadita
la necessità di avvicinare la Parola di Dio ai fedeli più lontani, favorendo traduzioni
della Bibbia anche in lingue poco diffuse. Quindi, è arrivato l’annuncio della firma,
il prossimo 14 ottobre, di un accordo tra la Federazione Biblica Cattolica e le Società
bibliche, per una traduzione e diffusione del Libro Sacro.
Infine, un sentito
applauso ha accolto gli interventi di due delegati fraterni: il reverendo Gunnar Stälsett,
vescovo emerito di Oslo, esponente della Federazione mondiale luterana, e il reverendo
Robert Welsh, dei Discepoli di Cristo. Al centro delle loro rispettive riflessioni,
la condanna del fondamentalismo religioso, l’invito a tutte le persone di fede ad
impegnarsi per gli obiettivi per lo sviluppo del millennio e l’appello a superare
le divisioni “all’interno del Corpo di Cristo”.
Al Sinodo dei vescovi partecipano
anche esponenti dei movimenti laicali. Tra loro, in veste di uditrice, c’è Maria Voce,
presidente del Movimento dei Focolari. Isabella Piro le ha chiesto come la comunità
dei focolarini viva la Parola di Dio nella vita quotidiana:
R. - Noi abbiamo
proprio come pratica particolare quella di scegliere una volta al mese una frase della
Sacra Scrittura ed impegnarci insieme a metterla in pratica, comunicandoci anche l’esperienza.
Per esempio, in questo momento stiamo vivendo “Date e vi sarà dato”: dare nell’esperienza
di ogni giorno quello che riceviamo e ricevere ancora di più di quello che abbiamo
dato. Questo, però, credo dipenda anche dal fatto che ci crediamo veramente, che non
è una parola detta duemila anni fa, da ricordare, ma è una Parola che ci viene detta
oggi e che dobbiamo vivere: questo è l’impegno di tutto il movimento.
D. -
Lei è qui al Sinodo in veste di uditrice. Cosa può raccontarci di questa esperienza?
R.
- E’ un’esperienza straordinaria. Io davvero vedo la grandezza di questa partecipazione,
soprattutto per la possibilità unica di partecipare di tanti dolori e di tante gioie,
di tanti successi e di tante sfide che la Chiesa oggi attraversa nel mondo, proprio
ascoltando tutti. Questo “uditrice” mi sembra un termine particolarmente bello per
sottolineare l’ascolto che è anche quell’ascolto che riceve, che prende dentro tutto
quello che gli altri danno e che diventa dono.
D. - Si è parlato molto in Aula
di ecumenismo: il Movimento dei Focolari è sempre stato impegnato sul cammino ecumenico.
A che punto siamo, secondo lei, di questo percorso?
R. - Siamo in cammino,
però mi sembra con segni di speranza nei confronti di tutte le altre Chiese e le altre
comunità ecclesiali, e mi sembra che la presenza dei delegati fraterni lo testimoni
anche al Sinodo. Mi sembra che questi siano i segni che fanno vedere che c’è in tutti,
veramente in tutti, l’urgenza di lavorare per l’unità.
D. - Come laica, secondo
lei l’opinione pubblica che cosa recepisce del Sinodo?
R. - Poco, ho l’impressione.
Anche perché i media, in genere, non sono troppo generosi, oppure sottolineano del
Sinodo quei particolari che in un certo senso sono insignificanti. Quindi, penso tocchi
veramente a noi laici portare fuori dall'Aula del Sinodo la speranza che nasce qui
dentro e che tante volte nel mondo non si trova, non si vede.
D. - Come presidente
del Movimento dei Focolari, cosa auspica che il Sinodo ponga nelle sue proposizioni
finali?
R. - L’accento sulla testimonianza della vita, che cioè la trasmissione
della Parola avviene veramente per la vita. Che la Parola si trasmette come esempio,
come testimonianza.