Sterminio di cristiani a Mosul. Appello di mons. Sako
Ennesima giornata di violenze in Iraq. Un poliziotto e un civile sono stati uccisi
e altre tre persone sono state ferite stamani nell'esplosione di un ordigno nella
città di Tellafer. A Baghdad, un parlamentare del blocco sciita è rimasto gravemente
ferito in un attentato che ha ucciso le sue due guardie del corpo. Intanto, a Mosul,
nel nord del Paese, continua il martirio della comunità cristiana. Solo nell’ultima
settimana sono 6 i fedeli barbaramente uccisi dagli integralisiti islamici. Padre
Amer Youkhanna, sacerdote del clero di Mosul, denuncia: “A Mosul è in atto uno sterminio”.
Sulla situazione, Lidya O’Kane ha raccolto la testimonianza dell’arcivesco di Kirkuk,
mons. Louis Sako:
La situazione
è veramente critica nella città di Mosul. Qui i cristiani hanno paura e lasciano la
città. I bambini non possono andare a scuola e gli uomini al lavoro. Ieri, una macchina
circolava nel quartiere Zukar chiedendo ai cristiani di lasciare la città il più presto
possibile. I cristiani si sentono isolati. Dove andare? E’ una crisi che non vede
soluzione. La protezione dei cittadini dipende dal governo iracheno e anche dagli
americani. E’ loro responsabilità. Che cosa fanno? Perché lasciano questi criminali
assassinare o minacciare degli innocenti? I cristiani non vogliono altro che vivere
in pace. Non sono loro, poi, la causa di qualsiasi problema nella città e nel Paese.
Io chiedo a tutti i nostri fratelli e sorelle in Occidente di pregare per loro e di
mostrare anche la loro solidarietà.