'No' del Parlamento Europeo alle discriminazioni delle minoranze cristiane nel mondo
musulmano
No all’intolleranza religiosa, no alle discriminazioni ai danni delle minoranze cristiane
nel mondo musulmano: è questo l’impegno del Parlamento europeo nell’anno interculturale
ed è stato questo il tema della tavola rotonda che si è svolta ieri a Bruxelles, in
particolare sulla situazione dei cristiani in Iraq. Il livello di violenza in Iraq,
a cinque anni dall’inizio della guerra, sta progressivamente diminuendo, ma si accentuano
invece le discriminazioni e gli episodi di violenza contro le minoranze e, in particolare,
contro i cristiani, che rappresentano meno del 4 per cento della popolazione. La denuncia
è emersa con drammaticità alla tavola rotonda, organizzata dal vicepresidente del
gruppo Popolari e Democratici del Parlamento europeo, Vito Bonsignore, alla quale
hanno preso parte mons. Krysztof Nitkiewicz, sottosegretario della Congregazione delle
Chiese Orientali, e una delegazione del segretariato internazionale di Pax Christi.
Quanti operano in Iraq riferiscono di attacchi, rapimenti, uccisioni, minacce di morte,
discriminazioni sul lavoro ai danni di cristiani, soprattutto nel sud e nel centro
del Paese. Che cosa fare concretamente? Mons. Nitkiewicz invita a prevenire le violenze
e poi invita a distinzioni importanti. In Medio Oriente, spiega, la libertà religiosa
intesa come libertà di culto viene assicurata, a parte episodi in Arabia Saudita,
ma – avverte – libertà religiosa significa qualcosa di più: diritti di famiglia, anche
a livello burocratico e amministrativo, diritto di conversione al cristianesimo e
molto altro. E’ questo il salto che bisogna fare. Anche aiuti della comunità internazionale,
sottolinea mons. Nitkiewicz, arrivano esponenti islamici che escludono i cristiani
dal beneficio dei fondi. Mons. Nitkiewicz poi ribadisce il principio di reciprocità
nel rispetto della libertà religiosa. Dovrebbe essere riconosciuto da parte di tutto
il mondo islamico quello che la Chiesa fa per il rispetto di ogni credente di qualunque
fede. Il Parlamento europeo, dunque, quasi ad un anno dalla risoluzione contro le
persecuzioni religiose nel mondo studia il modo di intervenire in Iraq a favore dei
cristiani che vengono perseguitati con l’obiettivo che, in molti, casi riesce, di
indurli ad abbandonare il Paese. Da parte sua il vice presidente del Parlamento europeo
Mario Mauro ha sottolineato come il fondamentalismo religioso sia semplicemente una
strumentalizzazione della religione a fini politici, per poi sottolineare che tutelare
la libertà religiosa significa difendere la libertà di ogni persona. (A cura della
nostra inviata Fausta Speranza)