Giornata mondiale della vista dedicata al glaucoma
Si celebra oggi la Giornata mondiale della vista, promossa dall’Organizzazione mondiale
della sanità e dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità. E' un’occasione
per misurare gratuitamente la pressione oculare nei gazebo allestiti in 36 città italiane,
dove medici oculisti faranno esami gratuiti per prevenire il glaucoma, patologia alla
quale è dedicata questa giornata. L’iniziativa si rivolge a tutti i cittadini sopra
i 35 anni. Quali sono i sintomi di questa patologia che, se non diagnosticata per
tempo, può rendere ciechi a causa di danni irreparabili al nervo ottico? Eliana
Astorri lo ha chiesto al prof. Emilio Balestrazzi, direttore dell'Istituto
di oftalmologia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma:
R. – L’unico
glaucoma che dà sintomi, quello che è meno frequente percentualmente, è il glaucoma
acuto. Questa patologia esordisce con un forte dolore e una perdita importante del
visus. Ma questo incide nel 2 per cento dei casi. Mentre il glaucoma più frequente
è il glaucoma cronico semplice, ad angolo aperto, che è una forma estremamente insidiosa
- di solito si dice “il ladro silenzioso della vista” - perché il paziente non si
accorge di nulla; la pressione non arriva improvvisamente, come nel glaucoma acuto,
ma si instaura molto lentamente un ipertono che non è neanche tanto marcato: 22, 25,
28 millimetri invece dei 16, 18 di base, che costituiscono statisticamente la media.
Il paziente non si accorge di un aumento così modesto, cui tra l’altro l’occhio si
adatta gradualmente. Giorno per giorno perde fibre nervose perché arriva meno sangue
e progressivamente il paziente si accorge, se non è andato dall’oculista per tempo,
mettendosi una mano su un occhio per strofinarsi le palpebre, che con un occhio vede
poco o niente. D. – Quando il paziente se ne rende conto, quindi,
è già tardi? R. – Sì, è già tardi. Ecco perché non si finisce
mai di insistere sul fatto che la prevenzione è l’unica cosa che può veramente funzionare
per il glaucoma. Ecco perché l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità
ha fatto questa campagna. Le persone devono capire che non possono a 40 anni, perché
cominciano a vedere meno da vicino, andare dall’ottico; devono andare dall’oculista
almeno ogni due o tre anni per fare un controllo completo. Un controllo che preveda
anche la misurazione della pressione endoculare, il campo visivo e quanto necessario.
Solo così si può arrivare a diagnosticarlo e a trattarlo per tempo. D.
– Il glaucoma colpisce una fascia di età particolare? R. – Dai
40 anni in su c’è l’incidenza massima. L’1 o il 2 per cento della popolazione contrae
una forma più o meno importante di glaucoma dopo i 40 anni. D.
– E' ancora qualcosa di terribile una diagnosi di glaucoma? R.
– Non è una cosa terribile, perché esistono dei farmaci per uso locale in collirio
che sono estremamente meglio sopportati che non quelli a disposizione in passato.
Non danno grossi effetti collaterali sugli occhi. Il paziente li sopporta bene, tranne
alcune eccezioni. Basta trovare quello più adatto.