Continuano in Vaticano i lavori del Sinodo sulla Parola di Dio: ai nostri microfoni
il cardinale Bagnasco
Proseguono in Vaticano i lavori del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio. Prima
di assistere alla Santa Messa presieduta dal Papa in occasione del 50.mo anniversario
della morte di Pio XII, i Padri sinodali si sono riuniti nella sesta Congregazione
generale. Una sessione di lavori aperta dall’elezione dei membri della Commissione
per il Messaggio e chiusa da un sentito applauso in memoria di Giovanni Paolo II.
Il servizio di Isabella Piro:
È stato l’intervento
del cardinale Stanislaw Dziwisz a far nascere, spontaneamente, un breve applauso in
ricordo di Karol Wojtyla, del quale l’arcivescovo di Cracovia è stato per molti anni
segretario. Citando la Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte, scritta da Giovanni
Paolo II nel 2001, il porporato ha ricordato la necessità di trovare testimoni appassionati
dell’evangelizzazione, capaci di “nutrirsi della Parola per essere servi della Parola”.
Per questo, il cardinale Dziwisz ha ribadito l’importanza di una formazione valida
dei seminaristi, auspicando che alcuni orientamenti su questa questione siano inseriti
nel documento finale del Sinodo.
Ma la mattinata
è stata punteggiata da diversi temi, tra cui il bisogno di rinnovare le parrocchie,
valido strumento per portare i fedeli ad una relazione vitale con il Signore, affinché
lo seguano con amore. Centrale, inoltre, la riflessione sull’esegesi biblica: troppo
spesso, si è detto in Aula del Sinodo, esegesi e teologia viaggiano su binari separati.
Anzi: sembra quasi che si dia credibilità a coloro che si distaccano maggiormente
dalle verità contenute nel testo sacro.
Ieri pomeriggio,
invece, durante la quinta Congregazione generale, i Padri sinodali hanno riflettuto
sulla Lectio divina, definita “metodo raccomandabile per la vera comprensione della
Parola di Dio”. E come esempio perfetto di accoglimento della Parola di Dio, i presuli
hanno indicato Maria, Colei che – è stato detto- rende possibile comprendere l’intero
piano della salvezza.
Affrontato poi anche il tema
dell’ecumenismo, in particolare il rapporto che esiste tra di esso e la Sacra Scrittura.
Si può sperare – è emerso dall’Aula del Sinodo – un riavvicinamento forte delle diverse
confessioni cristiane, grazie all’accoglienza della Parola di Dio, perché il dialogo
ecumenico non può basarsi solo su tentativi e strategie meramente umane. Ma a che
punto si è del cammino ecumenico? Ascoltiamo il cardinale Angelo Bagnasco,
presidente della Conferenza episcopale italiana:
R.
- Viviamo di passi nella continuità del Magistero della Chiesa, della tradizione viva
della Chiesa, dei Papi. Si compiono dei passi nella via dell’ecumenismo, che è una
via che vorremmo naturalmente fosse più veloce, ma i tempi di Dio non sono i nostri.
Questi passi, però, nella via dell’ecumenismo si compiono con grande fiducia e con
grande speranza.
D. – Al Sinodo partecipano vescovi
provenienti da tutto il mondo. Cosa l’ha colpita degli interventi degli altri presuli?
R.
– Le eco delle loro comunità di provenienza. Si sente moltissimo nelle loro parole,
nei loro racconti, nelle esperienze e nelle problematiche le eco delle loro comunità,
che sono fervide, che sono impegnate o che vivono anche situazioni molto drammatiche
di persecuzione, di secolarismo, di grande penuria di clero o di grande povertà materiale.
D.
– Siamo a metà della prima settimana dei lavori del Sinodo ed è presto per tracciare
delle conclusioni naturalmente: possiamo però dire quale clima si respira in Aula?
R.
– E’ un clima di grande comunione tra noi vescovi, ma anche di grande gioia per poter
parlare della Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, perché tutti
quanti come pastori, ma anzitutto come credenti, sappiamo bene quanto sia fondamentale
il mistero della Parola di Dio intesa prima di tutto come il Verbo Santo che è Cristo
e poi attraverso anche le Scritture, la Tradizione e il Magistero.