Vietnam: i vescovi annunciano "una via di dialogo" con il governo
“Il cammino del dialogo è stato aperto”: è il giudizio che i vescovi del Vietnam esprimono
sull’incontro con il primo ministro Nguyen Tan Dung, avvenuto il primo ottobre, in
una lettera a firma del presidente della Conferenza episcopale, mons. Pierre Nguyên
Van Nhon. Il messaggio, che porta la data del 3 ottobre, è indirizzato ai fedeli e
parla di “clima di ascolto attento e di scambio franco e diretto” nell’incontro con
il premier, nel corso del quale si è parlato della politica governativa verso le religioni,
ed in particolare i cattolici, e delle vicende riguardanti la ex delegazione apostolica,
la parrocchia di Thai Ha e l’arcivescovo di Hanoi, mons. mons. Joseph Ngo Quang Kiet.
L’incontro, si legge nel messaggio ripreso dall'agenzia AsiaNews, ha permesso di riaprire
il dialogo, “dopo un periodo nel quale si pensava di essere in un vicolo cieco”. I
vescovi non si nascondono che “il cammino del dialogo alla ricerca della verità, della
giustizia e del duraturo interesse del Paese è ancora lungo. Esso sarà seminato di
difficoltà, di ostacoli. Esigerà saggezza e perseveranza”. Per questo essi chiedono
ai cattolici “di unirsi a noi nella preghiera sia personale che comune all’interno
delle comunità parrocchiali e religiose, in spirito di comunione, di amore e di concordia”.
“Quando tutti avranno preso la verità, la giustizia ed il bene comune come luce per
schiarire la strada e come criterio di scelta – conclude il messaggio dei vescovi
- potremo allora superare le difficoltà e gli ostacoli incontrati nel corso della
costruzione della nostra patria e dello sviluppo del nostro amato Paese”. Nonostante
quanto auspicato dai vescovi vietnamiti, continua intanto la politica di intimidazione
e violenza con la quale le autorità sembrano voler risolvere le questioni territoriali.
Presa di mira questa volta la piccola parrocchia di Mạc Thượng, a Thiên Lý, distretto
di Lý Nhân, che rivendica il terreno della chiesa: 26mila metri quadrati, la maggior
parte dei quali le autorità avevano preso dopo la morte del precedente parroco, padre
De, 60 anni prima, e le avevano date a privati. (R.P.)