La Chiesa cattolica filippina chiede ai laici di agire per combattere la corruzione
"I cattolici devono agire in prima persona per sradicare la cultura della corruzione
dilagante nel Paese, in particolare nella pubblica amministrazione e negli ambienti
di governo dove essa ha raggiunto un livello ormai istituzionalizzato”. Il monito
è stato lanciato la scorsa settimana durante un congresso del Consiglio dei laici
filippini tenuto a Iloilo, nel sud del Paese, al quale hanno partecipato circa 500
persone in rappresentanza di 86 diverse diocesi. Mons. Angel Lagdameo, arcivescovo
di Jaro e presidente della Conferenza episcopale filippina (CBCP) ribadisce, in una
dichiarazione ad AsiaNews che “il sistema diffuso di corruzione è uno dei peggiori
mali che affligge oggi il Paese”. Tanto che, secondo uno studio della Banca Mondiale,
le Filippine sono la nazione “con il più alto indice di corruzione” in tutto il sud-est
asiatico. Secondo il vescovo di Antipolo, mons. Gabriel V. Reyes, presidente della
Commissione episcopale dei laici, i cattolici possono svolgere un ruolo “essenziale”
per ridurre al minimo o sradicare la corruzione, grazie anche ad una “formazione spirituale”
che si basa su valori di “integrità e moralità”, tanto nella sfera privata quanto
nella vita pubblica. Il Consiglio dei laici ha infine garantito il sostegno a Eddie
Panlilio, ex prete e attuale governatore di Pampanga, contro quanti lo vorrebbero
rimuovere dall’incarico per la sua lotta a favore della “moralità”, “integrità” e
“onestà” negli affari di governo. Egli è stato insignito dal premio “Filippino dell’anno”
per il 2007 dal quotidiano Inquirer ed è vittima di un fuoco incrociato dei suoi oppositori,
che vorrebbero estrometterlo dalla vita politica per la sua battaglia contro la corruzione.
(V.V.)