2008-10-06 16:02:46

Il rettore della cattedrale di Città del Messico chiama a lottare contro la corruzione


“I cattolici sono chiamati sempre a lottare contro ogni forma di corruzione e impunità nonché contro ogni menzogna”. Così, ieri, il rettore della cattedrale di Città del Messico, Rubén Ávila Enriquez, durante la Santa Messa presieduta al posto dell’arcivescovo cardinale Norberto Rivera Carrera colpito da un grave lutto: la morte della sua anziana madre, la signora Soledad Carrera de Rivera. Ricordando che la “corruzione esiste certamente in alcune parti delle istituzioni e tra membri delle nostre autorità”, padre Ávila Enriquez sottolinea che tale realtà, “purtroppo è finita per infiltrare l’intero sistema messicano, sia tra i piccoli commercianti sia tra i grandi. È molto triste che le ambizioni di potere e di denaro - ha aggiunto - distruggano le persone e loro coscienze, ma è altrettanto doloroso costatare che le persone vengono manovrate quasi come pupazzi, che si faccia ricorso all’omicidio e alla corruzione delle coscienze con il denaro”. Il mondo cattolico e tutti i messicani onesti e di buona volontà, cioè la stragrande maggioranza della Nazione, provano “ripugnanza” di fronte al dilagare della corruzione e dell’impunità e perciò padre Rubén Ávila Enriquez, rifacendosi a documenti dell’Episcopato, ha ribadito la richiesta al governo del Presidente Felipe Calderón Hinojosa di un’azione più efficace, oltre a quanto sta facendo già oggi, per contrastare e mettere fine a questi fenomeni, e soprattutto per “punire i colpevoli”. “Che la situazione oramai sia molto seria - ha spiegato il rettore della cattedrale della capitale messicana - lo dimostra il fatto che, in ogni settore sociale, se ne parla con indignazione e a volte morbosità”. Ormai è sulla bocca di tutti che “i politici sono corrotti, che esistono mafie e organizzazioni dedite al vizio e alla droga, pornografia, prostituzione, evasione fiscale, discriminazioni e sfruttamento dei bisognosi”, ha precisato il rettore. “È dovere di ogni buon cittadino e di ogni cattolico, contrastare questo clima di corruzione e d’impunità e tutti sono chiamati ad esercitare la denuncia e il rifiuto. È questo modo di pensare che ha portato al sostegno, da parte dell’episcopato messicano, a migliaia di cittadini che hanno marciato per le strade del Paese per chiedere al governo la fine di tutto questo”. “Non va dimenticato, ha concluso, che la menzogna non ha scuse e dunque, ora più che mai, occorre dire e difendere la verità”. (A cura di Luis Badilla)







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