Ieri a Roma ultima sosta della Carovana missionaria della Pace
Si è conclusa ieri con la tappa di Roma la Carovana Missionaria della pace. Partita
il 25 settembre, l’iniziativa è stata organizzata da CIMI (Conferenza degli istituti
missionari in Italia), SUAM (Segretariato unitario di animazione missionaria), FESMI
(Federazione stampa missionaria italiana), MGM (Movimento giovanile missionario),
con la collaborazione degli istituti missionari e dei centri missionari diocesani.
Al termine è stato stilato un documento finale sulle esperienze fatte durante il viaggio.
“Noi, Carovana Missionaria della Pace – inizia il testo - abbiamo concretamente percorso
le strade d’Italia al Sud come al Nord. “L’informazione è imbavagliata, distorta,
superficiale e forviante” - continua la dichiarazione - “vi è una crisi di democrazia
evidente” e la “legalità è costantemente negata a favore di interessi di gruppi ristretti”.
Nel documento finale i ‘carovanieri’ ritornano poi sui tre temi centrali della V edizione
della Carovana tenuta quest’anno: l’acqua, l’immigrazione e la militarizzazione. “Come
Carovana missionaria della Pace 2008, nella nostra itineranza, abbiamo incontrato
comunità e luoghi in cui si sente forte la necessità di liberare la parola acqua”.
Ribadendo il principio che “l’Acqua è un bene comune, un diritto inalienabile dell’umanità,
da tutelare per le generazioni future” la Carovana missionaria chiede che “le istituzioni
riconoscano l’acqua, bene comune diritto di tutti, non merce. Si ritorni a una gestione
pubblica diretta della rete idrica comunale”. Dopo aver chiesto di avviare “l’avanzamento
della legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica dell’acqua, per cui sono
state raccolte 400mila firme, i carovanieri chiedono alla comunità cristiana di applicare
“la logica del peccato, perché contrario alla vita, a chi si impossessa dell’acqua
per trarne profitto” equiparando la mercificazione dell’oro blu al furto. Forti anche
le critiche alla crescente militarizzazione del Paese – “l’Italia è un paese che nel
silenzio si militarizza sempre più” che - sostengono i carovanieri nella nota - deve
diventare un tema al centro del dibattito delle comunità cristiane. In tema di immigrazione,
poi, il documento sottolinea l’importanza dell’incontro con l’altro per vincere paure
e stereotipi. Alle comunità missionarie si chiede perciò di “diffondere un’informazione
sui temi dell'immigrazione libera da pregiudizi, di promuovere all'interno della Chiesa
una fede che si incarna nel vivere la quotidianità dell'altro, per una Chiesa con
le porte aperte, e di interagire con le altre realtà non ecclesiali attive nella promozione
della multi-culturalità”. (V.V.)