Sinodo e Parola di Dio: l'editoriale di padre Lombardi
“I grandi compiti della comunità ecclesiale nel mondo contemporaneo – tra i tanti,
sottolineo l’evangelizzazione e l’ecumenismo – sono incentrati sulla Parola di Dio
e nello stesso tempo sono da essa giustificati e sorretti”. Così Benedetto XVI delineava
il significato della prossima Assemblea del Sinodo dei Vescovi che si svolge in Vaticano
in ottobre. Dopo aver approfondito nell’Assemblea di tre anni fa il tema dell’Eucarestia,
ora si approfondisce l’altra sorgente vitale della vita della Chiesa: la Parola di
Dio. Il Concilio lo ha già fatto in uno dei suoi documenti più belli e importanti,
ma dopo quarant’anni è necessario parlarne di nuovo. Anzitutto perché ogni singolo
cristiano, ma anche la comunità, deve sempre rimettersi in ascolto della Parola di
Dio, vero punto di riferimento per il suo cammino e la sua conversione quotidiana.
E vi è ancora molto da fare per diffondere la familiarità e l’uso della Scrittura
nel popolo cristiano, la sua lettura e meditazione frequente, l’abitudine a pregare
a partire dalla Scrittura. E poi perché la Scrittura è la base di ogni annuncio cristiano
anche nel mondo moderno e in dialogo con le sue culture. In particolare, il Papa ricordava
che il dialogo ecumenico non può basarsi su “espedienti strategici”, ma sul comune
riferimento e la comune conversione alla luce della Parola di Dio, ed anche il dialogo
con il popolo ebreo non può prescindere dall’attenzione alla lettura ebraica della
Bibbia. Forse non tutti, nei media secolari, lo capiranno, ma la Chiesa intera – intorno
al Sinodo - si prepara a vivere un momento intenso di riflessione e di preghiera:
siamo al cuore della sua identità, alla sorgente della sua vitalità sotto l’azione
dello Spirito di Dio.