La Chiesa celebra San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia
Ad Assisi i festeggiamenti per l’odierna solennità di San Francesco, patrono d’Italia.
Ieri il ricordo degli ultimi istanti di vita del poverello alla Porziuncola con il
corteo dei fiori e la solenne commemorazione del transito nella Basilica Papale di
Santa Maria degli Angeli. Oggi le celebrazioni si sono spostate nella Basilica Papale
di San Francesco. Ad offrire l’olio per la lampada votiva sulla Tomba del Santo quest’anno
è il Veneto: numerosi i fedeli di tutte le diocesi della Regione giunti in pellegrinaggio
accompagnati dai vescovi locali e dalle autorità locali. Il cardinale Angelo Scola,
presidente della Conferenza Episcopale Triveneta, ha presieduto in mattinata l’Eucarestia.
Nel pomeriggio la Messa celebrata da mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi.
Il servizio è di Paolo Ondarza.
(musica)
L’innamorato
di Madonna Povertà, l’uomo semplice, appassionato dell’incontro con l’altro nella
verità del Vangelo, mistico e poeta dell’armonia del Creato, annunciatore dell’amore
di Dio fino in Terra Santa. Impossibile racchiudere Francesco d’Assisi in una definizione.
La multiformità dei suoi carismi ha generato la composita famiglia francescana, suddivisa
ancora oggi nei tre ordini da lui voluti: frati, clarisse e terzo ordine regolare.
Nella tarda sera del 3 ottobre 1226, Francesco, gravemente malato, chiese ai suoi
confratelli di essere trasportato nell’amata chiesetta della Porziuncola, dove recitando
il salmo 141 “Signore a te grido, accorri in mio aiuto” e la lauda di Sora Morte del
Cantico di Frate Sole, adagiato sulla nuda terra, lasciò questo mondo. Aveva circa
45 anni. Il custode della Basilica di Santa Maria degli Angeli, in Porziuncola, padre
Fabrizio Migliasso:
R. – Ci piace parlare
non di morte di Francesco, ma di transito. Solitamente, appunto, la morte è legata
più alla tristezza e al distacco. Essere custodi di questo luogo vuol dire portare
questo messaggio di speranza verso sorella morte. L’esperienza che noi facciamo, le
piccole morti quotidiane a causa del peccato, dei nostri limiti, delle nostre debolezze,
Francesco, di fronte a queste, ci insegna a saperle mettere nelle mani di Dio.
(musica)
La
mattina del giorno successivo alla morte, il corpo di Francesco fu traslato e tumulato
nella chiesa parrocchiale di San Giorgio d’Assisi, dove rimase fino al 1230, quando
venne portato nella Basilica inferiore, costruita da frate Elia. Qui i resti mortali
di Francesco sono ancora conservati. Il portavoce del Sacro Convento di Assisi, padre
Enzo Fortunato:
R. – La foto che vorrei
proporre a coloro che ci ascoltano in questo momento è quella di tante mani, che si
poggiano sull’altare che gira attorno alla Tomba di Francesco, questi pellegrini che
depongono con le lacrime agli occhi le loro speranze, i loro desideri, di vivere Cristo
quotidianamente.
Francesco venne canonizzato nel
1228 da Gregorio IX, proclamato patrono d’Italia nel 1939 da Pio XII. Quest’anno tocca
al Veneto, tra le regioni d’Italia, offrire l’olio per la lampada votiva dei comuni
italiani. Un gesto che richiama il desiderio espresso dal Poverello di non lasciare
neppure per un istante che il Crocifisso di San Damiano, che gli aveva indicato la
sua vocazione, restasse privo dell’onore di un lume. Dal 2005 inoltre il Parlamento
italiano ha fissato al 4 ottobre, solennità di San Francesco, la Giornata per la pace,
la fraternità e il dialogo tra le religioni.