Lectio magistralis del cardinale Caffarra sull’Enciclica Humanae Vitae
“Il messaggio della Humanae Vitae: aspetti teologico-dottrinali”. E’ questo l’argomento
affrontato stamani a Roma, presso l’Auditorium dell’Università Cattolica, nella lectio
magistralis del cardinale arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra durante il congresso
internazionale sul tema “Humanae Vitae, attualità e profezia di un’Enciclica”. Il
congresso si tiene nel 40.mo anniversario dell’Enciclica. La sessualità – ha detto
l’arcivescovo - è un linguaggio della persona fondato sulla “grammatica del dono di
sé”: il rispetto di questa grammatica – ha spiegato il porporato – esige “una profonda,
intima integrazione tra èros e agàpe, tra pathos, èros e lógos”. Questa grammatica,
come si legge nell’Humanae Vitae, deve essere orientata verso i significati unitivo
e procreativo: “l’atto coniugale – scrive Paolo VI nell’Enciclica del 1968 – unisce
con profondissimo vincolo gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite”;
rispettare le leggi del processo generativo - aggiunge - significa “riconoscersi non
arbitri delle sorgenti della vita umana, ma ministri del disegno stabilito dal Creatore”.
Ma questi ed altri “presupposti veritativi di carattere antropologico” – ha osservato
il cardinale Caffarra – sono stati progressivamente “erosi” dalla postmodernità occidentale:
“l’aver sradicato l’esercizio della libertà dalla verità sull’uomo” e l’affermazione
di un’etica utilitaristica mettono a rischio l’humanum di ogni persona. Di
fronte a questa progressiva erosione, bisogna quindi aggiungere al rispetto delle
leggi del processo generativo una reale propensione verso il bene comune: “”I governanti
– si legge nell’Enciclica Humanae Vitae – non lascino che si degradi la moralità dei
loro popoli, non accettino che si introducano in modo legale in quella cellula fondamentale
dello Stato, che è la famiglia, pratiche contrarie alla legge naturale e divina”.
Questa esortazione è minata oggi da un sempre più marcato indebolimento del riconoscimento
della verità sull’uomo: c'è l'idea diffusa che “il cristianesimo, allo stesso modo
di ogni altra proposta religiosa – ha sottolineato l’arcivescovo di Bologna - fa
parte ad uguale diritto del ‘supermarket delle religioni’; ciascuno prende il prodotto
secondo le sue preferenze, senza possibilità, di una ragionevole argomentazione capace
di giustificare la scelta in modo condivisibile”. La sfida più urgente – ha concluso
il cardinale – è quella educativa: “aiutare le giovani generazioni a trascendere se
stessi verso la verità. Cioè, ad essere veramente liberi e liberamente veri”. (A.L.)