2008-10-03 16:00:07

Lectio magistralis del cardinale Caffarra sull’Enciclica Humanae Vitae


“Il messaggio della Humanae Vitae: aspetti teologico-dottrinali”. E’ questo l’argomento affrontato stamani a Roma, presso l’Auditorium dell’Università Cattolica, nella lectio magistralis del cardinale arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra durante il congresso internazionale sul tema “Humanae Vitae, attualità e profezia di un’Enciclica”. Il congresso si tiene nel 40.mo anniversario dell’Enciclica. La sessualità – ha detto l’arcivescovo - è un linguaggio della persona fondato sulla “grammatica del dono di sé”: il rispetto di questa grammatica – ha spiegato il porporato – esige “una profonda, intima integrazione tra èros e agàpe, tra pathos, èros e lógos”. Questa grammatica, come si legge nell’Humanae Vitae, deve essere orientata verso i significati unitivo e procreativo: “l’atto coniugale – scrive Paolo VI nell’Enciclica del 1968 – unisce con profondissimo vincolo gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite”; rispettare le leggi del processo generativo - aggiunge - significa “riconoscersi non arbitri delle sorgenti della vita umana, ma ministri del disegno stabilito dal Creatore”. Ma questi ed altri “presupposti veritativi di carattere antropologico” – ha osservato il cardinale Caffarra – sono stati progressivamente “erosi” dalla postmodernità occidentale: “l’aver sradicato l’esercizio della libertà dalla verità sull’uomo” e l’affermazione di un’etica utilitaristica mettono a rischio l’humanum di ogni persona. Di fronte a questa progressiva erosione, bisogna quindi aggiungere al rispetto delle leggi del processo generativo una reale propensione verso il bene comune: “”I governanti – si legge nell’Enciclica Humanae Vitae – non lascino che si degradi la moralità dei loro popoli, non accettino che si introducano in modo legale in quella cellula fondamentale dello Stato, che è la famiglia, pratiche contrarie alla legge naturale e divina”. Questa esortazione è minata oggi da un sempre più marcato indebolimento del riconoscimento della verità sull’uomo: c'è l'idea diffusa che “il cristianesimo, allo stesso modo di ogni altra proposta religiosa – ha sottolineato l’arcivescovo di Bologna - fa parte ad uguale diritto del ‘supermarket delle religioni’; ciascuno prende il prodotto secondo le sue preferenze, senza possibilità, di una ragionevole argomentazione capace di giustificare la scelta in modo condivisibile”. La sfida più urgente – ha concluso il cardinale – è quella educativa: “aiutare le giovani generazioni a trascendere se stessi verso la verità. Cioè, ad essere veramente liberi e liberamente veri”. (A.L.)







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