2008-10-02 15:20:52

Mons. Mamberti all'AIEA: gli Stati lavorino insieme per la sicurezza nucleare


L’uso pacifico dell’energia nucleare, necessita di un impegno comune allo scopo di proteggere e promuovere la vita umana: così l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, nel suo intervento alla 52.ma Assemblea generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), in corso a Vienna fino a domani, cui partecipano 145 Stati membri. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

 
“Prendere più lucida consapevolezza della comune appartenenza all’unica famiglia umana” e “impegnarsi perché la convivenza sulla Terra rispecchi sempre più questa convinzione, da cui dipende l’instaurazione di una pace vera e duratura”. L’arcivescovo Dominique Mamberti ha rinnovato a tutti i delegati dei Paesi membri dell’AIEA l’invito rivolto da Benedetto XVI nel Messaggio della pace 2008, assicurando il sostegno della Santa Sede all’Agenzia, la cui storia di oltre 50 anni dimostra la pressante necessità – ha sottolineato il presule - di “lavorare insieme costruttivamente” per la sicurezza nucleare, per l’uso pacifico e sicuro della tecnologia atomica e per il disarmo nucleare.

 
La Santa Sede – ha aggiunto mons. Mamberti – “supporta tutti gli sforzi per sviluppare sia l’efficacia che l’efficienza del sistema di garanzie dell’AIEA, così anche l’elaborazione e la realizzazione attraverso l’Agenzia di un effettivo regime di sicurezza mondiale”, basato su “convenzioni” in materia, “standard” di riferimento e “assistenza”. Per questo la Santa Sede – ha spiegato il presule – “desidera vedere tutti gli Stati essere compartecipi di questi strumenti”, volti alla sicurezza nucleare, per scongiurare la distrazione di materiali nucleari e attività atomiche non dichiarate. Strumenti che non solo contribuiranno a lottare contro il terrorismo nucleare, ma anche per la concreta realizzazione di una cultura di vita e pace, capace di promuovere in modo effettivo lo sviluppo integrale dei popoli”. Tutto ciò “è politicamente possibile”, ha affermato il presule, appellandosi agli Stati “di riprendere con più grande determinazione un progressivo e concordato smaltimento delle armi nucleari esistenti”. Un appello – ha detto – “a nome di tutti quelli interessati al futuro dell’umanità”.







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