2008-10-01 15:00:29

Oggi si celebra la Giornata Internazionale dell’Anziano


“Le Nazioni Unite sono impegnate a promuovere l’indipendenza, la partecipazione e la dignità delle persone anziane” e a “combattere ogni forma di abbandono, abuso e violenza”. Così il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, in un messaggio diffuso in occasione dell’odierna Giornata Internazionale dell’Anziano. Ma qual è oggi la condizione degli anziani in Italia? Claudia Di Lorenzi, lo ha chiesto a Roberto Messina, presidente di “Federanziani”:RealAudioMP3

R. – Dal punto di vista della salute abbiamo la fortuna, comunque, di avere un buon servizio sanitario nazionale. Certamente, siamo carenti ancora nello sviluppare servizi a livello di territorio. Questo per le assistenze domiciliari, ma soprattutto perché abbiamo un fondo esiguo, non sufficiente, per le persone diversamente abili e quindi per i non autosufficienti. Per quello che riguarda invece l’aspetto finanziario, sicuramente gli anziani che vivono di quiescenza, di pensione, sono quelli che risentono maggiormente della difficoltà economica a livello globale.

 
D. – Nella società di oggi c’è un reale rispetto per i diritti dell’anziano?

 
R. – C’è una caduta di attenzione delle istituzioni verso il fenomeno della longevità di massa. Un esempio fra tutti: 800 mila pazienti di alzheimer. Il problema è che le problematiche dell’alzheimer non le ha solo il soggetto che ha questa patologia. La famiglia è costretta totalmente a farsene carico. Così non viene dato il diritto alla salute per i due milioni di ammalati da ferite difficili, da piaghe da decubito. Questi sono diritti che vengono completamente calpestati e che ancora oggi non hanno trovato una soluzione.

 
D. – Quali fattori compromettono oggi la qualità della vita degli anziani?

 
R. – L’aspettativa di vita ad oggi è di circa 82 anni e sei mesi per la donna e 77,3 per l’uomo. Questo è rispetto al livello mondiale un’aspettativa di vita molto elevata. Da un lato, dobbiamo dire grazie alla comunità scientifica che è riuscita ad allungare così di tanto la vita. Dall’altro, abbiamo creato una quantità di persone anziane che non godono di qualità della vita importante. La principale carenza di qualità della vita dell’anziano è sicuramente la solitudine o, comunque, una solitudine indotta, frutto degli impegni dei figli o dei nipoti che, chiaramente, hanno le loro famiglie cui badare. Questo, però, è differente tra una città o un paese. Noi prendiamo un anziano ottantenne che abita a Milano: con molta probabilità in un condominio non conoscerà neanche coloro che vivono sullo stesso pianerottolo. Cosa che invece è diversa in un piccolo paese, dove si conoscono tutti, a meno che non ci sia l’anziano che vive in famiglia. E’ molto più facile trovare una relazione di questo tipo nei piccoli paesi che non nel grande paese, considerando poi che l’anziano è anche una fonte di reddito molto importante per la famiglia stessa, in quanto fa da babysitter ai nipotini. I nostri anziani sono una grande risorsa per il Paese, ma soprattutto svolgono ancora un ruolo di guida verso le generazioni.

 
D. – Come favorire, dunque, il benessere per il popolo della terza età?

 
R. – La qualità della vita degli anziani si può innalzare dimostrando loro quell’affetto, quel rispetto che è proprio per un anziano. Soprattutto basta avere quel minimo di civiltà, riconoscendo una persona che non ha più le stesse capacità che poteva avere 20 anni prima. E questo potrebbe essere di grande sollievo per i nostri anziani.







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