2008-10-01 15:14:32

Oggi la chiusura delle celebrazioni per il 25.mo anniversario della scuola per infermieri “Padre Luigi Tezza”


Si concludono oggi i festeggiamenti per il 25.mo anniversario della scuola per infermieri “Padre Luigi Tezza”, uno dei rami dell’Università Cattolica retto dalla Congregazione delle Figlie di San Camillo. Il servizio di Davide Dionisi:RealAudioMP3

Fin dalla sua nascita forma i giovani ad essere infermieri, attraverso l'espressione di un servizio profondamente umano e cristiano. Nutrito il programma della giornata. Questa mattina la Messa celebrata dal superiore generale dei ministri degli infermi, padre Renato Salvatore. Oggi pomeriggio una tavola rotonda che vedrà la partecipazione di mons. Elio Sgreccia, già presidente della Pontificia accademia per la vita, sul tema “Sui passi di San Camillo: umanizzare le cure di coloro che soffrono”. Ma perché la necessità di un polo formativo ispirato al carisma di San Camillo? Risponde madre Laura Biondo, superiora generale della congregazione:

 
"Abbiamo sentito l’esigenza di poter formare le nostre suore in una scuola dove vengano tenuti in grande considerazione i principi ispiratori che furono di San Camillo De Lellis, che è stato definito maestro di una nuova scuola di carità, e anche per poter dare ai giovani laici la possibilità di frequentare questa stessa scuola, dove anch’essi possano formarsi secondo lo spirito di San Camillo".

 
A Rita Megliorin, coordinatore delle attività didattiche, pratiche e di tirocinio, abbiamo chiesto quale è il modello formativo che propone la Scuola “Padre Luigi Tezza”:

 
"La formazione che abbiamo scelto di proporre si basa su una didattica attiva, che vede al centro del progetto didattico lo studente. Abbiamo scelto questo tipo di formazione perchè riteniamo che la scuola non debba essere soltanto un mero strumento per raggiungere una serie di nozioni, ma uno strumento per raggiungere la maturità completa dell’uomo. E' l’uomo che deve stare vicino al malato, che deve prendersi cura del malato, che deve essere in grado di conoscere prima se stesso, prima le proprie potenzialità e poi l’altro. E fare questo significa anche aiutare lo studente, avere un pensiero critico nei confronti anche della propria professione. Questo si può raggiungere quando scuola e studente camminano insieme".







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