“Ecco il mio cielo, il mio destino: Vivere d’amore!”. Sono le parole di Santa Teresa
di Lisieux, di cui oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica. Diventata carmelitana
col nome di Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, è stata proclamata Patrona
delle Missioni e Dottore della Chiesa. I suoi genitori saranno beatificati il 19 ottobre
prossimo nella Giornata missionaria mondiale. Ce ne parla Isabella Piro:
(musica)
Ha
conosciuto la sofferenza sin da bambina, Santa Teresa: nata ad Aleçon, in Normandia,
il 2 gennaio 1873, a soli 15 giorni rischia di morire per un’enterite acuta. Ultima
di otto figli, cresce in una famiglia profondamente cristiana, guidata sulla strada
della fede dai genitori, Louis e Zélie Martin. A soli 14 anni, Teresa sente la chiamata
alla vita monastica ed annuncia al padre l’intenzione di entrare nell’ordine delle
Carmelitane. L’anno successivo, il 9 aprile 1888, varca il cancello della clausura,
dopo aver ottenuto un permesso particolare da Papa Leone XIII a causa della giovane
età. La sua salute cagionevole, però, non resiste a lungo al rigore della regola carmelitana:
il 30 settembre 1897, a soli 24 anni, Teresa muore di tubercolosi. Di lei, resta oggi,
soprattutto, il valore della “piccola via” alla spiritualità, come spiega padre
Damaso Zuazua, segretario Generale delle Missioni dell’Ordine
dei Carmelitani Scalzi:
“La piccola via è che dobbiamo
riconoscerci davanti a Dio dei bambini, suoi figli. Qui c’è una novità nel suo tempo,
perché Teresa visse nel periodo del giansenismo. In quei tempi si presentava il Dio
della giustizia, si parlava poco di Dio Amore. Lei invece partendo dalla sua esperienza
personale dice 'se il mio babbo terreno, signor Martin, è stato buono, affettuoso,
paterno, con me, come non lo sarà Dio Padre?' E così si è offerta all’amore misericordioso
di Dio. Riconoscere, dunque, che siamo figli, che siamo dei bambini e che dobbiamo
avere questa trasparenza e questa fiducia dei bambini in Dio Padre”.
Canonizzata
nel 1925, Teresa di Lisieux viene proclamata, nello stesso anno, “Patrona delle Missioni”.
Nel 1997, a cento anni dalla sua morte, Papa Giovanni Paolo II la dichiara “Dottore
della Chiesa”, dopo Santa Caterina da Siena e Santa Teresa d’Avila. La piccola Santa
di Lisieux scrisse, infatti, molto nella sua pur breve vita: memorabile la sua autobiografia,
intitolata “Storia di un’anima”. Così, la sua esistenza, svoltasi tra le mura di un
monastero, assume un significato universale e trasmette alle donne di oggi un importante
insegnamento. Ancora padre Zuazua:
“Quel suo atteggiamento
di soffermarsi, di contemplare, riflettere, perché oggi sembriamo catapultati velocemente
senza avere possibilità di una riflessione sulla nostra vita, sul mondo, su quello
che accade, e non siamo capaci di leggere i segni dei tempi per la vita frettolosa
che abbiamo in noi. Allora, un po’ più di calma, serenità per comprendere, per capire.
Questa sarebbe una grande lezione di Teresina. Così siamo padroni di noi stessi e
così anche abbiamo una disponibilità per la religiosità nel nostro cuore e nella nostra
coscienza”. (musica)