2008-10-01 15:26:03

Ad Assisi i delegati aderenti a ‘Retinopera’ rilanciano identità e ruolo dei cattolici


Con visioni talora diverse sull’attualità e sul passato, ma avendo in comune forti convinzioni e speranze per il futuro, sono convenuti nei giorni scorsi ad Assisi i delegati di svariate realtà del mondo cattolico aderenti a “Retinopera”, per confrontarsi e trarre conclusioni operative dalle tematiche fondamentali di “Bene Comune, Povertà, Emergenti e Ricchezze Negate”. Una tre giorni nella città di San Francesco – fa notare l’agenzia Zenit - che ha messo d’accordo tutti sulla presenza di povertà non solo economiche ma anche culturali e morali, sulla necessità di resistere ai catastrofismi e diffondere la speranza. “E’ paradossale questa epoca di grande tolleranza – ha osservato mons. Arrigo Miglio, presidente della Commissione CEI sui problemi sociali – dove ogni istanza è considerata ugualmente legittima, salvo che la presenza pubblica dei cattolici”. Aperto, invece, dinanzi all’assoluta novità e drammaticità dello scenario economico in via di dispiegamento, è rimasto il dibattito sul modello di sviluppo da promuovere, anche se definito con chiarezza, in linea con quanto tracciato da Benedetto XVI, come necessariamente sostenibile, solidale e sussidiario. Negli interventi si è parlato anche della realtà italiana: il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Vicenzo Paglia, si è soffermato sul percepibile aumento della povertà economica, il sociologo Aldo Bonomi ha fatto notare che si soffre per la mancanza di mete da perseguire. Il filosofo Adriano Fabris ha puntato tutto sull’instaurazione di una ferrea mentalità relazionale in cui è d’obbligo che ognuno riponga la propria identità. Il costituzionalista Luca Antonini ha insistito sulla centralità dell’io che non può delegare ad altri ma le responsabilità le deve assumere in prima persona. Affini i richiami all’indispensabilità di una forte vita spirituale espressi da una parte dall’economista Luigino Bruni, fautore dell’ “economia di comunione”, e dal presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez, che ha invitato ad evitare lo scollamento fra Vangelo e cultura, e a sentirsi Chiesa: una Chiesa robusta che prega, che genera speranza e che evangelizza. L’ultima sessione è stata aperta dal Presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, che ha invitato ad aprire “nuovi cantieri” nel Paese, contro la crisi della compassione e la dittatura del materialismo. Mons. Giampaolo Crepaldi, Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha indicato infine le due soglie oltre le quali il pluralismo politico dei cattolici non è più accettabile. La prima: “quando la concezione del pluralismo passa dal pluralismo nel fare il bene al pluralismo nel fare il male, quella soglia è stata superata e nessuno può misurare le lacerazioni della comunità cristiana che ne conseguono e i danni per la stessa evangelizzazione”. La seconda proposta: “quando si ritiene che Cristo sia solo utile ma non indispensabile perché l’uomo possa capire se stesso e trovare soluzioni veramente umane al proprio sviluppo, quella soglia è stata superata. (A.L.)







All the contents on this site are copyrighted ©.