USA: il cardinale Rigali ribadisce il "no" della Chiesa all'aborto
L’approvazione negli Stati Uniti del Freedom of Choice Act ostacolerebbe “tutti
i sinceri sforzi del governo di ridurre il numero delle interruzioni di gravidanza”.
E’ quanto scrive, in una lettera rivolta ai membri del Congresso l’arcivescovo di
Philadelphia, cardinale Justin Rigali, aggiungendo che il provvedimento introdurrebbe
una sorta di aborto “on demand”, su richiesta. Il porporato sottolinea l’ambivalenza
della norma che crea un “fondamentale diritto” ad abortire nel corso di tutti i nove
mesi della gravidanza, incluso il diritto di abortire un bambino pienamente sviluppato
nelle settimane finali di gestazione per imprecisati motivi di salute, in modo che
nessun organismo statale, e a nessun livello, possa “rifiutarsi o interferire”. Nella
lettera, ripresa dal quotidiano della Santa Sede 'L’Osservatore Romano', il cardinale
ricorda poi che “entrambi i partiti hanno basato il loro consenso sullo sforzo di
trovare la maniera di ridurre l’aborto nella nostra società”. L’arcivescovo di Philadelphia
ha quindi sollecitato tutti i membri del Congresso ad opporsi al Freedom of Choice
Act e a tutte le disposizioni legislative che possono promuovere l’aborto in modo
che “si possa avviare una seria e sincera discussione su come ridurre la tragica incidenza
dell’aborto nella nostra società”. (A.L.)