La Chiesa si raccoglie in preghiera nel 30.mo anniversario della scomparsa di Papa
Luciani
Tutta la Chiesa ricorda oggi Giovanni Paolo I nel 30.mo anniversario della morte,
avvenuta il 28 settembre 1978 dopo appena 33 giorni di Pontificato. Una celebrazione
liturgica di suffragio è stata presieduta questa mattina nella Basilica di San Marco,
a Venezia, dal patriarca Angelo Scola. Il cardinale Albino Luciani, nativo di Canale
d’Agordo nel bellunese, è stato patriarca di Venezia dal 1969 al 1978, quando ascese
al soglio pontificio. Ma qual era lo stile caratteristico di Papa Luciani? Luca
Collodi lo ha chiesto a mons. Ovidio Poletto vescovo di Concordia-Pordenone:
R.
- Questo suo stile catechistico che rivelava come lui vivesse il Vangelo, e lo vivesse
nella ferialità e in tutte le sue conseguenze, senza riduzioni. Un’altra caratteristica
che poi mi ha lasciato sempre un ricordo esemplare è anche la sua fermezza nelle decisioni.
Più volte questa fermezza gli costò anche qualche incomprensione e qualche sofferenza,
ma se lui coglieva che, per esempio, un prete in una certa situazione fosse a rischio,
non tentennava, interveniva immediatamente. Vi potrei riferire più di qualche episodio,
anche in riferimento alla mia esperienza personale: mentre gli esponevo delle difficoltà,
ha preso in considerazione attenta queste difficoltà, e poi subito ha preso posizione,
che è stata una svolta benefica per la mia vita. Altro aspetto della sua personalità
– che io porto con me, non solo come ricordo che mi incoraggia anche nel mio ministero
episcopale, ma anche direi come immagine che non si può cancellare – è la sua disponibilità
alla fatica. Pur avendo anche qualche problema di salute, non si è mai sottratto alla
fatica, anche da un punto di vista di aggiornamento culturale. Noi sapevamo che si
alzava molto presto la mattina e dedicava ore allo studio e da questo fatto abbiamo
tratto beneficio soprattutto al tempo del Concilio ma questo retroterra culturale
tante volte non viene sottolineato. La sua conoscenza teologica gli permetteva anche
poi di riuscire a sbriciolare, per così dire, anche i temi più complessi, in modo
che potessero essere gustati anche da un uditorio più semplice.
E
per un ricordo di Giovanni Paolo I, Luca Collodi ha raccolto anche la testimonianza
di mons.Ettore Fornezza, delegato patriarcale dell’isola di Torcello,
a Venezia, e canonico della Basilica di San Marco, per 9 anni aiutante dell'allora
patriarca Albino Luciani:
R. – Io sono stato da lui accolto in seminario all’età di 30 anni. In occasione di
un incontro con i chierici di Venezia, quando è stato nominato patriarca, siamo andati
a trovarlo – ero appena entrato, da un mese, in seminario – e ha accolto tutti i seminaristi,
chiamandoli per nome, chiedendo cosa facevano, in quale classe erano. Io ero l’ultimo
e non mi ha neanche guardato. Alla fine dell’incontro, dopo una mezz’oretta, si sono
tutti alzati per uscire, lui li ha salutati tutti e mi ha detto “Lei è l’autista?”
E io ho risposto: “No, Eccellenza, io sono una vocazione adulta. Spero, se possibile
– vediamo se riesco – di fare tutto il percorso per diventare sacerdote”. “Con me
diventerai sacerdote”, questa è stata la sua risposta. Lui mi ha dato la sicurezza,
mi ha consacrato prete e mi ha poi chiamato ad essere l’aiutante di segreteria.
D.
– Si parla molto della semplicità, ma anche della severità di questo Papa...
D.
– La semplicità era il suo stile. La severità non si vedeva, perché lui con il suo
sorriso attirava tutti. Lui voleva sempre che tutte le cose serie fossero sempre osservate
fino all’ultimo, soprattutto le cose dogmatiche, le cose che riguardavano la vita
religiosa, sacerdotale e della Chiesa. Quindi, era molto severo. Però dopo, quando
incontrava tutti, arrivava sempre il sorriso.