Il Papa all'Angelus ricorda Giovanni Paolo I a trent'anni dalla morte: ci ha insegnato
la virtù essenziale della vita cristiana, l'umiltà
L’umiltà è la virtù che sintetizza l’essenziale del cristianesimo: lo ha detto stamani
Benedetto XVI all’Angelus, a Castel Gandolfo, ricordando il 30.mo anniversario della
morte di Giovanni Paolo I che ricorre proprio oggi. Il servizio di Sergio Centofanti.
Benedetto
XVI rievoca la figura di Papa Luciani spiegando le letture dell’odierna liturgia.
Nella parabola dei due figli inviati dal padre a lavorare nella sua vigna è mostrata
la differenza tra chi si riconosce peccatore e fa la volontà del Padre e la superbia
di chi si crede giusto: “Con questa parabola Gesù
ribadisce la sua predilezione per i peccatori che si convertono, e ci insegna che
ci vuole umiltà per accogliere il dono della salvezza”.
Citando
la Lettera ai Filippesi invita a guardare all’umiltà di Cristo che, “spogliatosi della
gloria divina per amore nostro, si è fatto uomo e si è abbassato fino a morire crocifisso”:
“Il verbo utilizzato - ekenôsen - significa letteralmente
che Egli ‘svuotò se stesso’ e pone in chiara luce l’umiltà profonda e l’amore infinito
di Gesù, il Servo umile per eccellenza”.
Questi
testi biblici – ha precisato – rimandano al motto episcopale scelto da Giovanni Paolo
I: Humilitas. “Una sola parola che sintetizza l’essenziale della vita cristiana e
indica l’indispensabile virtù di chi, nella Chiesa, è chiamato al servizio dell’autorità”:
“In una delle quattro Udienze generali tenute
durante il suo brevissimo pontificato disse tra l’altro, con quel tono familiare che
lo contraddistingueva: ‘Mi limito a raccomandare una virtù, tanto cara al Signore:
ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore … Anche se avete fatto delle
grandi cose, dite: siamo servi inutili’. E osservò: ‘Invece la tendenza, in noi tutti,
è piuttosto al contrario: mettersi in mostra’ (Insegnamenti di Giovanni Paolo I, p.
51-52). L’umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale. Grazie proprio
a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della
gente”.
Nei suoi discorsi – ha proseguito
- Giovanni Paolo I “usava esempi tratti da fatti di vita concreta … e dalla saggezza
popolare. La sua semplicità era veicolo di un insegnamento solido e ricco” tanto da
essere “un impareggiabile catechista, sulle orme di san Pio X, suo conterraneo e predecessore
prima sulla cattedra di san Marco e poi su quella di san Pietro”:
“‘Dobbiamo
sentirci piccoli davanti a Dio’, disse in quella medesima Udienza. E aggiunse: ‘Non
mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma: si crede alla mamma, io
credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato’ (ivi, p. 49). Queste parole mostrano
tutto lo spessore della sua fede. Mentre ringraziamo Dio per averlo donato alla Chiesa
e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa
umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti
lontani”.
Dopo l’Angelus il Papa, che
ha ricordato che martedì prossimo lascerà la sua residenza estiva di Castel Gandolfo
per rientrare in Vaticano, ha parlato del nuovo Beato proclamato oggi in Polonia,
padre Michał Sopoćko, confessore e guida spirituale di Santa Faustina Kowalska:
“per suo suggerimento la Santa descrisse le proprie esperienze mistiche e le
apparizioni di Gesù Misericordioso nel suo ben noto Diario. Anche grazie ai suoi sforzi
venne dipinta e trasmessa al mondo l’immagine con la scritta ‘Gesù, confido in Te’”.
“Per questa beatificazione – ha aggiunto - si rallegra, nella casa del Padre, il mio
amato predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II. È stato lui ad affidare il
mondo alla Divina Misericordia “.
Benedetto XVI
ha quindi salutato i volontari del Movimento dei Focolari, venuti a Castel Gandolfo
da vari Paesi, e li ha incoraggiati “a testimoniare sempre la forza trasformatrice
del Vangelo”. Rivolgendo poi il suo “augurio a tutti gli studenti che da poco hanno
iniziato l’anno scolastico” ha espresso “apprezzamento per la campagna della Società
di San Vincenzo De' Paoli intitolata ‘Fatemi studiare, conviene a tutti’”, iniziativa
– ha detto - che “si propone di prevenire la povertà dell’analfabetismo". Infine ha
concluso l'incontro di preghiera con queste parole:
“A
tutti auguro un buon mese di ottobre, mese del santo Rosario, durante il quale, a
Dio piacendo, mi recherò in pellegrinaggio al Santuario di Pompei, domenica 19. Buona
domenica!”