Cina e Italia commemorano i 400 anni dalla morte di padre Matteo Ricci
“Primo cittadino mondiale della terra”, “Pioniere dello scambio culturale”, “il primo
uomo che ha avviato la relazioni culturali tra l’Europa e la Cina”. Sono solo alcune
delle definizioni attribuite al grande missionario gesuita padre Matteo Ricci, umanista,
filosofo, letterato, geografo e astrologo, profondamente stimato da tutti i cinesi,
non solo dai cattolici. Per commemorare i 400 anni della sua morte, che cadranno nel
2010, infatti, Cina ed Italia hanno organizzato due conferenze che si terranno rispettivamente
a maggio ed ottobre 2009 a Roma e Pechino, sul tema “Matteo Ricci – un europeo in
Cina”. Numerose, inoltre, le iniziative promosse per riscoprire lo spirito di questo
grande uomo che ha conquistato l’Oriente. Padre Ricci – ricorda la Fides – nacque
a Macerata il 6 ottobre 1552 e, nel 1571, entrò nella Compagnia di Gesù, dove maturò
la vocazione missionaria. Dopo un periodo sulla costa indiana, ordinato sacerdote
nel 1582, partì per la Cina. Risale al 1601, la sua visita alla Corte Imperiale dei
Ming a Pechino e la conseguente costruzione della famosa chiesa che ancora oggi è
la Cattedrale di Pechino, dedicata all’Immacolata Concezione. Morì nella capitale
cinese l’11 maggio 1610 e fu sepolto in un terreno al centro della città donato personalmente
dall’Imperatore Wan. (S.G.)