2008-09-27 14:36:11

Estremisti indù incendiano e distruggono la casa delle suore di Madre Teresa


Continuano le violenze contro i cristiani in India. Lo scorso 25 settembre i fondamentalisti indù hanno assalito e dato alle fiamme la casa delle Missionarie della Carità, ordine fondato da Madre Teresa di Calcutta, nel villaggio di Sukananda, distretto di Kandhamal. Verso le 11 di sera, una folla di 700 persone si è riversata per le strade – violando il coprifuoco imposto dalle autorità – armata di asce, spade e bastoni di ferro, e ha preso d’assalto l’edificio e tutto ciò che lo circondava nel raggio di 5 acri. Hanno anche distrutto la chiesa locale, scatenando la loro furia devastatrice fino alle 2 del 26 mattina. “Nella casa non c’era nessuno – ha dichiarato ad AsiaNews suor M. Suma, superiora regionale dell’ordine – perché da quando sono scoppiate le violenze contro i cristiani ci siamo trasferite nella dimora di Bhubaneshwar insieme alle ragazze dalit e tribali alle quali davamo alloggio e riparo”. Ieri suor M. Suma ha incontrato il governatore dello Stato dell’Orissa, Muralidhar Chandrakant Bhandare, al quale ha confidato che l’attacco è opera di “forze demoniache” che operano nella regione; l’amministratore si è detto “d’accordo” con la suora. Solidarietà alle suore arriva anche dall’arcivescovo di Cuttack Bhubaneswar, mons. Raphael Cheenath, che definisce le religiose di Madre Teresa come “missionarie di frontiera” e per questo maggiormente esposte ai rischi. E ieri la Conferenza episcopale indiana ha diffuso una dichiarazione firmata dal suo presidente, il cardinale Varkey Vithayathil sulle violenze contro i cristiani. Per la prima volta, i vescovi accusano ufficialmente gruppi dell’attivismo radicale Hindutva ed esigono giustizia dal governo centrale e dagli altri Stati. Il motivo: salvaguardare la civiltà indiana della tolleranza e garantire l’opera dei cristiani a favore dei poveri e dei fuori casta e per la riconciliazione sociale. (V.V.)







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