Convegno su fede e scienza a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana
Una sintesi tra scienza e fede non solo è possibile, ma è ora più che mai necessaria.
È quanto è emerso dal convegno promosso ieri e oggi, a Roma presso la Pontificia Università
Gregoriana, dall’Ambasciata tedesca presso la Santa Sede. Tema dell’incontro: “L’importanza
della scienza oggi. Fede e ragione sul banco di prova”. Ad aprire i lavori, l’arcivescovo
Rino Fisichella che ha ribadito l’importanza di una “ricerca libera, ma non libertaria”.
Il servizio è di Silvia Gusmano. “Instaurare
un dialogo tra uomini di scienza, filosofi e teologi”, così come auspicato dal rettore
della Gregoriana, padre Gianfranco Ghirlanda, è il primo obiettivo indicato da tutti
i partecipanti al convegno, al di là delle differenti visioni culturali e metodologiche.
“La scienza - ha affermato ieri con forza il presidente della Pontificia Accademia
per la vita, mons. Fisichella - è “una conquista positiva”, ma deve “porre l’uomo
al centro del suo investigare” e guardarsi da un uso distorto delle sue scoperte.
“I pericoli e i problemi – ha spiegato, infatti, il cardinale Walter Kasper, presidente
del Pontificio Consiglio per al promozione dell’unità dei cristiani – nascono quando
una delle due, tra scienza e fede, pretende l’assoluta indipendenza”. E anche se il
grado di affidabilità della conoscenza tecnica “oggi è molto alto”, come ha ricordato
il fisico Henry Blome, secondo il teologo evangelico Daniele Garrone, per “le spiegazioni
ultime la scienza deve raccogliere la sfida di tornare alla fede”. Non è dunque un
rapporto a distanza quello che lega teologi e scienziati, uniti piuttosto dall’obiettivo
di trovare la verità. Così, ildirettore della Specola Vaticana,
padre José Gabriel Funes: “Credo
che si debbano aiutare a vicenda. Non la scienza in sé, ma il modo di pensare scientifico,
con il suo metodo critico, potrebbe aiutare il nostro ragionare nella fede. Dall’altra
parte, la fede potrebbe dare all’uomo e alla donna un senso dell’esistenza più grande
di quello che offre la scienza”. Sulla stessa linea il vescovo
Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere della Pontificie Accademie delle Scienze
e delle Scienze Sociali:
“Esiste una visione sapienziale
dove i diversi saperi si possono integrare. E c’è oggi, più che mai, una ricerca di
questa visione. Non è possibile lasciare che ognuno faccia la sua sintesi personale
senza alcun punto di riferimento. Non vedo nessuna opposizione, anzi credo che oggi
abbiamo la possibilità di stabilire nuovi ponti, a partire dalla stessa antropologia
cristiana, secondo la quale l’uomo è parte della natura, ma ha in sé qualcosa di diverso
da essa. Cristo, infatti, ci fa conoscere Dio proprio incarnandosi nell’uomo”.
La
scienza, dunque, “non ha tutte le risposte” e, ha concluso il fisico Antonino Zichichi,
“per capire il mondo, bisogna porre domande rigorose a Colui che lo ha creato”.