Nuovo attacco, ieri pomeriggio, contro i fedeli di Hanoi in preghiera davanti al complesso
della ex delegazione apostolica. Questa volta, però, un gruppo di picchiatori - alla
presenza delle forze di sicurezza che non sono intervenute - sono arrivati fino alla
porta dell’arcivescovado gridando slogan contro l'arcivescovo mons. Ngo Quang Kiet.
Nel raid è stata distrutta una croce di ferro che era stata innalzata nel terreno
e portata via una statua della Pietà che era nell’edificio già prima che le autorità
comunali si impadronissero del complesso, nel 1959. Quando alcuni cattolici si sono
rifugiati nella cattedrale di San Giuseppe ed hanno cominciato a suonare le campane
per chiamare in soccorso i fedeli delle parrocchie vicine, la polizia ha detto ai
picchiatori di andar via, per evitare lo scontro con quanti stavano accorrendo. Sul
piano legale, va registrato che mercoledì il redentorista padre Nguyen The Hien è
andato alla sede del Comitato popolare per chiedere il rispetto delle leggi. “In base
alla normativa attuale – ha detto all'agenzia AsiaNews – si possono fare tre ricorsi
contro le decisioni delle autorità. Dopo di che, se le nostre petizioni vengono respinte,
possiamo portare la controversia in tribunale. Perché allora avete annunciato la decisione
di trasformare il complesso in un parco, quando è stato respinto il primo ricorso
e noi possiamo ancora procedere legalmente?”. Dagli Stati Uniti, intanto, arriva la
notizia che la Commission on International Religious Freedom, che tutela la libertà
religiosa, ha chiesto al Dipartimento di Stato di tornare a mettere il Vietnam tra
i Paesi che violano tale diritto ed al governo di Hanoi di “liberare immediatamente”
gli attivisti per i diritti umani ed i fedeli cattolici ingiustamente imprigionati.
(R.P.)