Mons. Migliore: un fallimento non raggiungere gli obiettivi del Millennio
La globalizzazione della solidarietà attraverso la rapida realizzazione degli obiettivi
del Millennio è l’obbligo morale della comunità internazionale. E’ uno dei passaggi
del discorso dell’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa
Sede presso l’ONU, tenuto ieri alle Nazioni Unite in occasione della 63.ma Assemblea
Generale. Ce ne parla Benedetta Capelli:
Progressi
nei Paesi meno avanzati che dovrebbero far ben sperare la comunità internazionale;
ritardi invece negli impegni presi sulla lotta alla povertà, l’ineguaglianza, la fame,
il danno ambientale e la battaglia sull’AIDS. E’ quanto ha sottolineato mons. Celestino
Migliore nel suo discorso all’ONU, invitando i Paesi più avanzati – rispetto ai quali
quelli più poveri “stanno perdendo speranza e fiducia” - all’assunzione di responsabilità
perché il raggiungimento degli obiettivi è legato al rispetto dei diritti umani. Un
fallimento in tal senso “sarebbe - ha detto il presule - un fallimento morale”. “C’è
bisogno di ravvivare una nuova cultura delle relazioni umane caratterizzata da una
fraterna visione del mondo, una cultura – ha proseguito mons. Migliore – basata sull’imperativo
morale di riconoscere l’unità del genere umano e sull’imperativo pratico di dare un
contributo alla pace”. Le risorse necessarie, infatti, sono poca cosa rispetto al
totale delle spese militari o quelle dei beni che non siano di prima necessità nei
Paesi più sviluppati; poca cosa anche rispetto agli interventi di emergenza messi
in campo per far fronte alla difficile situazione economica delle ultime settimane.
Mons. Migliore ha poi ricordato quanto fatto dalla società civile in particolare dalle
organizzazioni religiose, “attori indispensabili” per gli aiuti ai Paesi in difficoltà:
“prova concreta della possibilità di conseguire gli obiettivi entro il 2015”. Ed ha
richiamato poi l’impegno della Santa Sede e delle sue organizzazioni nel fornire assistenza
e sostegno. Infine il rappresentante vaticano ha invitato la comunità internazionale
a concentrarsi maggiormente sugli obiettivi da raggiungere senza lasciarsi distrarre
dai nuovi come quelli “sulla salute sessuale e riproduttiva” che rischiano di introdurre
“pratiche e politiche lesive della dignità umana e dello sviluppo sostenibile”. In
conclusione ha riaffermato l’obbligo morale della globalizzazione della solidarietà
attraverso il raggiungimento degli obiettivi del Millennio, via necessaria per dare
stabilità all’economia globale e assicurare il rispetto dei diritti di tutti.