2008-09-26 14:25:48

Filippine: sta "producendo frutti" la campagna pro-vita dei vescovi


La campagna a favore della vita promossa dalla Chiesa cattolica filippina comincia a dare “i frutti sperati”, visto che un numero “sempre maggiore” di deputati è “contrario alla legge sulla salute riproduttiva (Reproductive Health (Rh)”. Lo afferma padre Melvin Castro, segretario esecutivo della Commissione episcopale per la famiglia e la vita, che ha presenziato mercoledì scorso a una seduta della Camera bassa filippina assieme a mons. Gabriel Reyes, vescovo di Antipolo. La battaglia dei vescovi e dei deputati a favore della vita ha incassato anche l’appoggio di una parte del mondo universitario: ieri gli studenti della Xavier University a Cagayan de Oro, nel sud delle Filippine, hanno espresso dubbi sulla Rh che appare “poco trasparente” e che non ha tenuto conto del “parere dei giovani”. “Siamo una delle categorie maggiormente interessate dalla normativa – denuncia Arbie Llesis, presidente del locale movimento studentesco, ripreso dall'agenzia Asianews – ma non ci hanno nemmeno interpellato durante la fase di stesura”. La ragazza invita inoltre il governo a spendere “meno soldi in contraccettivi” e stanziare “più fondi per la scuola, i libri, le strutture” che appaiono in molti casi deficitarie. Riprendendo la posizione dei vescovi, Arbie Llesis conclude ricordando che “è la corruzione endemica negli apparati governativi” la ragione vera della “povertà” nelle Filippine, non certo la paventata “sovrappopolazione” che andrebbe controllata grazie alla Rh come vuole una parte del Paese. Secondo le stime ufficiali nel Paese si effettuano oltre 400mila aborti all’anno; nel 2000 vi sono stati 473.400 casi di interruzioni indotte della gravidanza, nel 90% dei casi volute da donne sposate. Il 60% delle ragazze che fanno uso di contraccettivi, dipendono da forniture e sovvenzioni che arrivano dal governo e dagli apparati sociali. (R.P.)







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